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Industria, Rossi: “Più innovazione sostenendo i brevetti”

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Sul palco del teatro della Pergola, dove gli industriali di Firenze sono oggi riuniti in assemblea, si evoca più volte la sindrome di Antonio Meucci. Qui a Firenze nel 1834, quando era un macchinista, Meucci realizzò il primo apparecchio acustico che metteva in comunicazione il retro del palco con le quinte alte. Più tardi, in America, inventò il telefono, ma sappiamo come andò a finire: riuscì a pagare le spese di un brevetto provvisorio solo per i primi tre anni e poi nel 1876 arrivò Graham Bell.

Non si può crescere se poi le innovazioni e le scoperte, tante pure oggi in Toscana, non trovano uno sbocco: anche commerciale. “Dobbiamo immettere nella nostra cultura della ricerca – dice il presidente della Toscana Enrico Rossi dal palco – la cultura della brevettizzazione. So che anche il governo ci sta lavorando. E poi è necessario trovare, o aiutare a trovare, capitali che ne sostengano la commercializzazione”.
Il tema corre nella mattinata da una parte all’altra della città. Se ne parla alla Fortezza da Basso dove si è aperta oggi, per due giorni, Toscana Technologica e la Regione ha selezionato dieci start up e spin off con uno spazio a loro disposizione in cui poter incontrare investitori.
Se ne parla anche nella tavola rotonda che apre alla Pergola l’assemblea di Confindustria Firenze, dove le prime parole d’ordine della mattina sono innovazione, internazionalizzazione ma soprattutto formazione (per i lavoratori e gli imprenditori), dove si ripete che in un mercato globale non ci sono più “rendite di posizione”, dove certo la Toscana e Firenze se la passano bene (o meglio di altre), soprattutto grazie all’export che galoppa molto più che nel resto d’Italia, ma dove in prospettiva la strada per una cultura della crescita non può che essere quella di far squadra tra le eccellenze. Perché, per dirla con le parole del presidente Rossi, l’individualismo muove la Toscana “ma dà il meglio di sé solo quando trova misura e equilibrio”.

Una fiera delle invenzioni
Fare squadra dunque. E brevettare le scoperte per tradurle in innovazione e sviluppo. “Noi in Toscana – spiega Rossi – con i nostri centri di ricerca e la nostre università lavoriamo bene, finiamo spesso anche sulle riviste con le nostre invenzioni, ma non riusciamo poi quelle scoperte a svilupparle”. La Regione per questo è già al lavoro. “Con l’Irpet, l’istituto di programmazione della Regione – prosegue Rossi – , stiamo pensando ad una fiera per raccontare e far conoscere tutte quelle scoperte che sono diventate prodotto e si stanno avvicinando ad esserlo grazie ai fondi europei distribuiti dalla Regione”. E sono tante.

Gli investimenti sulla costa
Naturalmente per aiutare lo sviluppo servono anche le infrastrutture. Il presidente ricorda al riguardo la sinergia tra gli aeroporti di Pisa e Firenze, gli investimenti per il porto di Livorno, le strade. La Toscana infatti non è solo Firenze e se il capoluogo e la sua area metropolitana sono già una locomotiva (di ricchezza e innovazione), ci sono altre aree che soffrono o hanno sofferto, come la costa, e devono accorciare le distanze. “Nel 2011 – confessa il presidente – ho avuto un momento di incertezza sulla tenuta della Toscana. I territori invece hanno risposto con una reattività non scontata, imprenditori e lavoratori insieme”.

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