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Sciopero, operai autostradali intervengono a convegno su codice appalti

La protesta degli operai edili delle concessionarie autostradali (in Toscana rischiano il posto in 200, in tutta Italia 3mila) non si ferma: oggi c’è stato un nuovo sciopero (di 4 ore) con presidio a Firenze dalle 10 alle 12 davanti a Palazzo Medici Riccardi , dove ha avuto luogo il convegno E’ il momento del fare, realizzazione e controllo delle opere – Il Codice degli appalti cui sono intervenuti Raffaele Cantone di Anac, il senatore Stefano Esposito, Vincenzo Sica di Rfi, Adriana Palmigiano di Anas, Edoardo Bianchi di Ance, Giuliano Busetto di Anie, Angelo Artale di Finco, il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, Fabrizio Monsani di Confindustria, il viceministro Riccardo Nencini.

Nel corso del presidio, lavoratori e sindacalisti di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Toscana hanno chiesto di poter intervenire al convegno per illustrare le proprie ragioni ai relatori interessati dalla vertenza. La richiesta è stata accolta, e Giulia Bartoli (segretaria regionale di Fillea Cgil) è intervenuta a nome di tutti, lavoratori e sindacati, illustrando i motivi e gli scopi della protesta: “Non difendiamo le aziende e non ci facciamo tirare per la giacchetta, difendiamo i lavoratori delle concessionarie autostradali che rischiano il licenziamento in un settore fortemente provato dalla crisi e che ha già visto perdere tantissimi posti di lavoro”, ha detto replicando alle parole di Cantone. “Questi lavoratori chiedono un intervento forte del governo che li salvi dal rischio di licenziamento – si legge nel documento presentato al convegno – Il loro posto di lavoro è oggi seriamente messo a rischio dalla norma del nuovo codice appalti che prevede la messa a gara del 80% degli affidamenti di lavori da parte dei concessionari, una norma che noi non contestiamo nel suo principio (appunto la messa a gara graduale dei lavori) ma che così come oggi è graduata, è destinata a scaricare sui lavoratori tutti i suoi effetti per altro in un mercato, quello edile che ancora non vede una sostanziale ripresa. Alcune centinaia di lettere di licenziamento sono già pronte per essere comunicate agli interessati”.
Non manca un riferimento alle “pressioni che associazioni di rappresentanza datoriale di settore tentano di fare, dopo che hanno criticato fortemente il codice sui limiti al subappalto. Ci chiedono dove erano i sindacati e il governo quando l’edilizia perdeva 600mila lavoratori: beh, noi eravamo li a difenderli uno a uno mentre qualcun altro lì lasciava a casa proprio per colpa o con la scusa del mercato, altissimi ribassi, dumping contrattuale, concorrenza sleale e crisi del settore. Pensino a rinnovare i contratti e promuovere il lavoro di qualità e le imprese sane che ci sono e non a concorrere sul prezzo, qualità di cui sono portatori anche i lavoratori delle concessionarie autostradali molto qualificati dagli anni d’esperienza che li contraddistingue. Non lasciamo a casa 3mila lavoratori giustificandolo con la presenza della clausola sociale che, per quanto importante, sappiamo non da garanzie a tutti i lavoratori e precarizza i rapporti di lavoro. Non aggraviamo ancora di più la già complicata situazione dei lavoratori del settore”.
Sulla vertenza, per domani (6 dicembre) il ministero dello sviluppo economico ha convocato i sindacati confederali. Inoltre, per il 12 dicembre è stato proclamato un altro sciopero unitario (di otto ore), con manifestazione a Roma in piazza Montecitorio in concomitanza con la discussione della legge in commissione bilancio.

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