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Regione, più controlli per i tirocini non curricolari

Per scoraggiare l’utilizzo distorto del tirocinio il consiglio regionale, a maggioranza, ha varato una nuova disciplina legislativa, lungo le linee guida approvate dalla conferenza Stato-Regioni il 25 maggio 2017. Le principali modifiche riguardano l’ampliamento dei destinatari dei tirocini e della categoria dei soggetti promotori, il divieto di rivestire, nel caso di soggetti privati, per lo stesso tirocinio, sia il ruolo di soggetto promotore che quello di soggetto ospitante. Si richiede, inoltre, che nei ventiquattro mesi precedenti il tirocinio non ci siano stati rapporti lavorativi tra soggetto ospitante e tirocinante. Si punta, infine, a rafforzare il sistema regionale dei controlli.

E’ stato il presidente della commissione sviluppo economico Gianni Anselmi (Pd) ad illustrare il testo all’aula, ricordando che sarà necessario un regolamento di esecuzione. Una delibera di giunta stabilirà le procedure e le modalità di coordinamento dei soggetti impegnati nelle attività di controllo e vigilanza
In particolare il presidente ha rilevato che sono state accorpate in due principali categorie le varie tipologie di tirocini, quelli formativi e di orientamento, da un lato, e quelli per l’inserimento o il reinserimento al lavoro, dall’altro, rivolti anche a soggetti disabili. Anselmi ha quindi sottolineato che sono state inserite ulteriori disposizioni a tutela del tirocinante, che potrà svolgere un tirocinio più lungo, solo se esso è coerente con il titolo di studio ed è attivato entro ventiquattro mesi dal suo conseguimento. Vengono inasprite, infine, le misure correttive in caso di violazione della normativa regionale, prevedendo che il soggetto promotore o ospitante possa essere interdetto ad attivare nuovi tirocini fino ad un periodo di trentasei mesi.
“I tirocini rischiano di trasformarsi sempre più in uno sfruttamento legalizzato del lavoro, a testimonianza del fallimento di questo strumento – ha affermato Andrea Quartini (M5S) – Era doveroso intervenire, ma non tutto è chiarito, ad esempio laddove non è previsto rimborso forfettario per chi ha altri tipi di contributo, come l’Aspi”. Per questo ha annunciato voto negativo.
Voto di astensione, invece, quello dichiarato da Roberto Salvini (Lega Nord). “Pensare che pochi mesi di tirocinio siano sufficienti per un posto di lavoro – ha detto – significa che a lavorare non ci siete mai stati, non avete alcuna conoscenza dei processi produttivi”. A suo parere non si ha ben chiaro quale possa essere il futuro della Toscana e su quali settori occorra investire.
Molti dubbi, come la possibilità di svolgere a certe condizioni un tirocinio più lungo, sono stati al centro dell’analoga dichiarazione di astensione da parte di Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra), preoccupato anche che l’organismo di controllo sia rinviato per la sua regolamentazione ad una delibera di Giunta.
Una posizione che ha suscitato la reazione di Stefano Baccelli (Pd). “Sembra che i messaggi siano i seguenti – ha commentato criticando – Siamo di fronte ad uno strumento giuridico abusato, allora ne facciamo a meno. Analogamente, se uno è retribuito con Aspi, se ne dovrebbe stare a casa a non fare niente”.
L’assessore Cristina Grieco ha ricordato che da alcuni anni si cerca di migliorare sul piano qualitativo il tirocinio, perché in Toscana i risultati non sono negativi. “La ricerca Irpet relativa a garanzia giovani, che è il piano europeo per l’occupazione, mostra che oltre il settanta per cento, a distanza di un anno, è inserito nel lavoro – ha affermato – In molti casi questo avviene nel luogo dove si è svolto il tirocinio. Questo deve far capire all’Unione europea che bisogna continuare ad investire su questa misura”. Sul piano della vigilanza e del controllo, l’assessore ha assicurato tutto l’impegno perché il tirocinio non rappresenti sostituzione di lavoro, grazie ad un protocollo con l’ispettorato. “E’ un’opportunità troppo importante – ha concluso – sia per i giovani, sia per chi si vuole inserire nel posto di lavoro”.
L’aula ha approvato le modifiche al testo unico sull’educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro con venti voti favorevoli, dieci astensioni e due contrari.

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