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Regione, ok a mozione su diritti e reinserimento sociale dei detenuti

E’ stata approvata a maggioranza una proposta di risoluzione che impegna l’assemblea regionale ad assicurare, attraverso il garante dei detenuti Franco Corleone, la finalità rieducativa della pena e il reinserimento sociale dei condannati. Nell’atto si chiede, inoltre, che venga sostenuta e rafforzata l’efficienza dell’ufficio del garante regionale nel compimento delle funzioni assegnategli dalla legge 69/2009 Norme per l’istituzione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, anche con un incremento di personale. Approvato anche un ordine del giorno, presentato dal Partito democratico, per sollecitare l’istituzione di Garanti dei detenuti in tutti quei comuni dove sono presenti strutture carcerarie. Su 28 presenti in aula 21 hanno votato a favore e 7 contro.

Il presidente della commissione affari istituzionali, Giacomo Bugliani, ha illustrato in aula la relazione annuale svolta nel 2017 e fornito alcuni numeri: nell’anno passato si registra una tendenza all’aumento dei detenuti a livello nazionale mentre in Toscana c’è stabilità nell’ordine delle 3mila 300unità, ma nonostante non ci siano punte di sovraffollamento, la condizione di vita quotidiana nelle carceri non è migliorata in maniera significativa. Tra le carenze più evidenti spicca quella di Arezzo dove la casa circondariale è ancora semichiusa, Pisa dove il Don Bosco presenta una situazione intollerabile e Livorno dove Le Sughere sono ancora in fase di ristrutturazione.
Tra gli aspetti positivi, è stato ricordato che nel 2018-2019 saranno realizzati alcuni lavori negli istituti toscani per il ripristino degli impianti e l’installazione di pannelli fotovoltaici per la generazione di energia e per la realizzazione del nuovo spazio trattamentale nel carcere di Lucca. Nella geografia penitenziaria toscana si sono consolidati i cambiamenti avvenuti nel 2016: la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Volterra è ormai a pieno regime, mentre stanno prendendo avvio i lavori per realizzare la seconda Rems provvisoria nella struttura che ospitava il carcere femminile di Empoli.
Ancora numeri sulla composizione della popolazione detenuta: resta bassa la presenza di detenute femminili al 3,7 per cento, inferiore alla media nazionale del 4,2 per cento. Alla fine di marzo 2018 le donne detenute erano in tutto 124, di cui 92 a Firenze Sollicciano e 32 a Pisa. Molto alta, invece, la percentuale di popolazione detenuta straniera in Toscana, il 49,5 per cento rispetto ad una media nazionale del 34 per cento. Nel 2017 sono diminuiti i suicidi in carcere, da 6 ad 1, e anche i tentati suicidi, da 125 a 104, e gli atti di autolesionismo da 1103 a 854.
Per quanto riguarda la posizione giuridica dei detenuti, la Toscana presenta un quadro migliore di quello nazionale: la percentuale dei detenuti condannati in via definitiva è del 72,5 per cento a livello regionale, mentre è del 64,8 per cento a livello nazionale. Alta la percentuale di detenuti tossicodipendenti, il 30 per cento al 31 dicembre 2017, con 988 presenze e quella dei detenuti condannati per violazione dell’art. 73 della Legge sulle droghe il 35 per cento del totale.
Per gli interventi di esecuzione penale esterna al 31 marzo 2018 si avevano 7mila414 soggetti in carico agli uffici di esecuzione penale esterna con un incremento notevole rispetto all’anno precedente (6.420 in carico al Uepe nel 2016); complessivamente nel 2017 si sono avuti 1.824 affidati in prova al servizio sociale, 1.445 detenuti domiciliari, 227 semiliberi, oltre a 2.388 messi alla prova e 1.576 lavori di pubblica utilità.
Tra gli impegni programmatici per il 2018, anche il rinnovo del patto siglato due anni fa con l’Amministrazione penitenziaria, per collaborare al miglioramento delle condizioni di detenzione negli istituti toscani e la diffusione della conoscenza sui rimpatri assistiti. Riguardo alla salute, il livello di attenzione deve rimanere alto sulle problematiche psichiche e sui trattamenti sanitari obbligatori.

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