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La Cgil: “Il Covid ha falcidiato il reddito dei lavoratori”

Il segretario Mirko Lami: "In molti si sono ritrovati con 998 euro di cassa integrazione"

Non solo morti per il virus. In questo 2020 appena trascorso il Covid ha anche falcidiato il reddito dei lavoratori

“Il covid ha reso il 2020 che abbiamo lasciato alle spalle un anno terribile, sia sotto l’aspetto della salute che sotto l’aspetto del lavoro, andando ad incidere fortemente nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori  – commenta  Mirko Lami, segretario Cgil Toscana con delega al mercato del lavoro -. C’è chi ha perso lavoro , contratti a termine non rinnovati, appredistati non confermati e stagionali cui è mancata la stagione, 26mila non ha certificati Irpet.  Per loro, con il lavoro ovviamente se n’è andato anche il reddito“.

“Ci sono poi le centinaia di migliaia di cassaintegrati – prosegue il sindacalista – che avendo stipendi non superiori a 2mila159 euro si sono ritrovati con 998 euro di cig e con non molto di più chi aveva stipendi superiori. Di facile comprensione il fatto che se con uno stipendio di mille e 200 mille e 300 euro potevi anche con fatica arrivare a fine mese, con meno di mille o mangi o paghi le bollette. Nella nostra Regione poi la situazione non era rosea neanche prima dell’arrivo della pandemia.  Ci siamo entrati con 35 aziende al vaglio dell’unità di crisi regionale, con lavoratori già in cassa integrazione che è passata da ordinaria a Covid, nome diverso stesso risultato in termini di reddito”.

“In Toscana – aggiunge Lami  – nell’apposita commisione regionale e non solo, si è lavorato di buona lena per esaminare le migliaia di domande, si è così almeno ridotto al minimo i tempi di attesa per l’accredito di quel troppo poco. Siamo partiti alla fine di febbraio con le richieste di cassa integrazione in deroga, elargita dalla Regione e nello stesso tempo, con la cassa integrazione Fsba per il settore artigianato. Per il settore artigianato, attraverso l’Ebret, Ente Bilaterale Regionale Toscano, il sistema ha risposto subito bene, avendo risorse finanziare ordinarie a disposizione, poi vi è stato un repentino rallentamento, con ritardi di vari mesi per il mancato accredito dei fondi da parte del governo che ha che ha dato cassa anche alle aziende che non si erano mai iscritte al fondo la qual cosa ha  aggiunto il disagio del ritardo.  In Italia la cassa integrazione in deroga, che a dicembre del 2019 è stata calcolata in 9mile e 300 ore/anno, oggi è arrivata a 46 milioni di ore/anno. La cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 4, 072%. Le ore di solidarietà che erano nel 2019 261.738 ore /anno ora sono oltre 85 miliardi di ore /anno. Secondo l’Associazione Lavoro&Welfare, in Italia il calcolo del monte salari in meno, nell’arco dell’anno, è presto fatto: 600 euro di media per 1 milione di lavoratori per 12 mesi  è uguale a 7 miliardi e 200 milioni di euro andati in fumo in un anno.  Si stimano in quasi mezzo miliardo di euro il quantum perso dai lavoratori toscani. La stessa associazione ha anche esaminato di la busta paga di un operaio metalmeccanico (con 22.200 euro lordi all’anno di retribuzione) e il dato che ne ha ricavato è quello di una perdita netta mensile di 460 euro”.

“E come se non bastasse – conclude  – le tredicesime di quest’anno, sono state ridimensionate per le chiusure temporanee che ci sono state causa Covid, chi ha superato, infatti, 14 giorni di cassa integrazione nel mese, non ha maturato i ratei della tredicesima e delle ferie. Questo è il quadro e ovviamente non possiamo aspettare con le mani in mano una primavera che potrebbe tardare, in queste ore tutti parlano dei soldi europei che arriveranno, ancora poco, troppo poco di come e dove usarli per innestare un cambiamento che costruisca il futuro di questa regione basato su uno sviluppo eco-sostenibile a beneficio di tutti, contro le diseguaglianze di ieri e di oggi”.

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