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Ristori, la Toscana detta le priorità: moratorie sui mutui e aiuti a nuovi codici Ateco

La Regione dovrà attivarsi col Governo per un piano di sostegni e contributi nei confronti delle categorie maggiormente colpite dalla crisi

Come indirizzare i ristori alle aziende e alle famiglie maggiormente colpite dalla crisi causata dalla pandemia? Due risoluzioni approvate oggi (24 febbraio) dal Consiglio regionale all’unanimità hanno definito dettagliatamente le priorità.

“La prima, propedeutica alla seconda, è frutto di un lavoro avviato nel mese di dicembre – dice dal Pd Ilaria Bugetti -. Qui, la giunta regionale è chiamata ad attivarsi, nei confronti del Governo, affinché metta in atto tutte le misure per sostenere i settori maggiormente colpiti dagli effetti economici e sociali della pandemia da Covid-19. In particolare, si chiede il ricorso, con modalità semplificate, a tutti i fondi europei 2014/2020 ancora non utilizzati dall’Italia; l’orientamento di una quota consistente delle misure previste dagli strumenti di sostegno europei, come aiuto per investimenti e innovazione digitale delle imprese e la possibilità di promuovere una moratoria sui versamenti fiscali, slegati dall’entità del reddito, e sui versamenti contributivi.  Si invita poi a sollecitare le pubbliche amministrazioni a saldare i debiti pregressi con imprese e professionisti, a valutare la possibilità di concedere una moratoria sui mutui bancari per le famiglie colpite dalla crisi e a prevedere, nei successivi interventi di ristoro per le attività economiche danneggiate, un parametro maggiormente corrispondente all’effettiva perdita di fatturato”.

Tra gli altri punti dell’impegnativa, si evidenziano le richieste al Governo, affinché preveda interventi di ristoro per le imprese escluse dai ristori per il loro codice Ateco e per il loro fatturato e solleciti una diminuzione delle bollette a carico di famiglie e imprese. Inoltre, viene sollecitato di attivarsi in ogni sede, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, per chiedere la sospensione per tutto il 2021 del pagamento, nei casi previsti, degli importi derivanti dalla fiscalità regionale. Si chiede, infine, che per la messa in sicurezza delle fasce più deboli della società, si prevedano misure ad hoc come l’assistenza domiciliare o la consegna della spesa e di farmaci a domicilio, e che vengano integrate le misure di ristoro a fondo perduto decise dal Governo, in particolare per i settori turistico-ricettivo, della ristorazione e le attività commerciali, artigianali, sportive, culturali e socio-ricreative a partire dalle aree interne e montane, più colpite dalla crisi.

La seconda proposta di risoluzione, approvata con voto unanime dalla commissione nella seduta di ieri (23 febbraio), e frutto di un ulteriore lavoro di sintesi tra una quindicina di mozioni presentate dai vari gruppi consiliari, prende a riferimento il decreto ristori quinques e la previsione di un fondo di ulteriori 250milioni di euro, previsto dal Governo e destinato alle Regioni per sostenere le attività più colpite.

È aperto un bando della Regione per un indennizzo di 2mila 500 euro a tutte quelle attività commerciali come ristoranti, bar, pasticcerie e imprese del divertimento che hanno subito pesanti danni durante i mesi di lockdown e poi per le restrizioni imposte per contenere il rischio di contagi. Le domande presentate, mentre è in fase di completamento l’istruttoria, sono 4 mila 936, per 11 milioni e 526 mila euro di potenziali contributi richiesti, con “un possibile risparmio di circa 8milioni di euro rispetto alle risorse inizialmente messe a disposizione”, si legge nella risoluzione, con la quale si impegna la Giunta regionale a “utilizzare le risorse che non verranno impiegate nel cosiddetto bando ristoratori per ulteriori interventi di sostegno, destinati al mondo della ristorazione, compreso il settore delle forniture per la cosiddetta Ho.re.ca. e, più in generale, alla filiera del turismo, quali categorie particolarmente colpite dalla crisi, insieme ad eventuali ulteriori risorse da reperire in sede nazionale”.

Alla Giunta viene chiesto, nella procedura per la nuova distribuzione dei fondi residui, di abbassare al 30 per cento la perdita di fatturato, quota “necessaria per accedere al contributo previsto (nel bando precedente si prevedeva una quota del 40 per cento), al fine di allargare le maglie dei requisiti e favorire una più ampia partecipazione dei soggetti potenzialmente interessati”. Si impegna il governo regionale anche a destinare una parte delle risorse per il rifinanziamento del bando Filiera Turismo, affinché si possa garantire la completa copertura delle aziende rimaste precedentemente escluse per problematiche legate alla modalità “click day” oltre che per la carenza di fondi disponibili.

La Regione dovrà attivarsi nei confronti del Governo affinché preveda un piano di sostegni e contributi che permetta di intervenire nei confronti di una serie di categorie particolarmente colpite dalla crisi, con particolare riferimento: alle imprese e la filiera del turismo, compreso il settore del wedding e dei catering, anche tenendo di conto delle indicazioni emerse dalle associazioni di categoria, tra le quali quelle di Federalberghi Toscana, “visto non solo il calo drammatico del settore nello scorso anno, ma anche le previsioni per i prossimi mesi, ancora caratterizzati dall’emergenza sanitaria”.

In particolare, le agenzie di viaggio, le guide turistiche e il sistema dei collegamenti “che, nonostante il sostegno a fondo perduto della Regione dei mesi scorsi, continuano a versare in uno stato di enorme difficoltà”; alle scuole di lingua e cultura italiana; alla categoria dei benzinai, per i quali “si richiede anche la possibilità che venga riconosciuta loro l’applicabilità delle norme in materia di credito d’imposta per i canoni di locazione commerciali e di affitto d’azienda”;  ad alcune tipologie di aziende inizialmente escluse dai contributi, quali le aziende con fatturato superiore a 5milioni di euro, che durante la prima ondata della pandemia non hanno ricevuto sostegni dal Governo, “nonostante i danni economici che anche molte di loro hanno subito per la pandemia da Covid-19”.

Attenzione particolare viene chiesta anche alle attività collocate all’interno dei centri commerciali costrette alla chiusura nei fine settimana, a partire dai parrucchieri ed estetisti; al settore manifatturiero legato alla produzione conciaria e calzaturiera, “ovvero uno dei grandi comparti economici di punta del territorio regionale, vero e proprio distretto simbolo del Made in Tuscany”; ad alcune tipologie di lavoratori come i lavoratori con contratto part-time ciclico, altrimenti detto multi-periodale, tipico del settore ricettivo/alberghiero ed aeroportuale e gli stagionali agricoli, nonché il settore dell’artigianato artistico e tradizionale e del commercio al dettaglio; alle palestre e i centri fitness toscani che, nonostante i ristori statali ricevuti, versano in situazione di profonda incertezza economica per il futuro; agli istituti di vigilanza privata, che non hanno ricevuto contributi e stanno attraversando una crisi profonda; al settore delle toelettature per cani, che ha subito chiusure forzate nel precedente lockdown.

La Giunta regionale dovrà tenere conto, nelle prossime misure in materia di programmazione dello sviluppo rurale, della necessità di sostenere il settore degli allevamenti di carne suina, compresi gli allevamenti allo stato semi brado, al fine di rilanciare un settore rilevante per la Toscana e la sua agricoltura di qualità, e attivarsi nei confronti del Governo affinché siano promosse campagne di corretta informazione alimentare, volte a promuovere il consumo del “Made in Italy”,  anche al fine di favorire la ripresa dei consumi. È chiamata a “proseguire, attraverso un confronto costante con le associazioni di categoria e i sindacati, un lavoro di velocizzazione e, laddove possibile, integrazione, pur tenendo conto dell’attuale impossibilità della Regione di indebitarsi, delle misure di ristoro a fondo perduto decise dal Governo, in particolare per quei settori maggiormente penalizzati dalla crisi Covid-19”. E sarà chiamata a riferire con cadenza mensile sull’andamento delle misure e sui rapporti con governo e parti sociali.

La consigliera della Lega Elena Meini ricorda i risultati ottenuti dall’azione del suo gruppo ricordando che “un emendamento approvato in commissione ha esteso all’intero anno, e non solo al primo semestre, la sospensione della fiscalità regionale; l’abbassamento al 30 per cento della perdita di fatturato nasce da una proposta della nostra capogruppo Elisa Montemagni”. Voto favorevole alle risoluzioni anche da Marco Stella (Forza Italia), che lamenta  “l’assenza di tutta la Giunta regionale nel momento in cui approviamo atti di questa importanza. Siamo di fronte alla necessità di compiere un salto di qualità”, avverte il consigliere, che chiede “un lavoro ulteriore per avere cognizione delle perdite di fatturato per attività merceologiche” e richiama la necessità di “arrivare presto alla riapertura delle attività di ristorazione anche la sera”. Il consigliere Vittorio Fantozzi esprime il sostegno del gruppo e l’auspicio che “quanto approviamo oggi sia un punto di partenza e non un punto di arrivo”.

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