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Maxi multa dall’Antitrust, One Scarl: “Decisione ingiusta”

Gori (Confcooperative): "E' la prova dell'ostilità della Regione"

Una multa salata dall’Antitrust pari a 3,5 milioni per abuso di posizione dominante. Fa discutere la maxi sanzione a One Scarl, che ha deciso di proporre ricorso. “Si tratta – spiega One Scarl – di una decisione ingiustamente afflittiva nei confronti di aziende che altra colpa non hanno avuto se non quella di tutelare il proprio diritto di difesa ricorrendo al Tar e al Consiglio di Stato contro l’illegittima aggiudicazione della gara ai francesi di Autolinee Toscane  Ratp. Per l’Agcm queste circostanze non hanno avuto rilievo, così come è stato irrilevante l’accordo fatto tra i gestori uscenti, At e Regione per posticipare il subentro a dopo la sentenza del Consiglio di Stato arrivata nel giugno 2021, nonché l’enorme attività dei gestori uscenti fatta per agevolare il subentro, con le stipule dei contratti avvenute in appena un mese dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato”.

“Ma c’è più di un paradosso in tutta questa vicenda – sottolinea One Scarl -: sono state sanzionate le aziende locali, per un asserito abuso di posizione dominante commesso, a detta dell’Autorità, tra il 2020 ed il 2021. In pratica One e le sue consorziate sono state sanzionate per aver garantito la continuità del servizio in piena pandemia, con un indubbio sacrificio economico, solo allo scopo di preservare il servizio di trasporto pubblico locale nel periodo del Covid. E, come se non bastasse, il soggetto denunciante è la Regione Toscana, cioè l’Ente che durante il periodo emergenziale ordinava a One di svolgere il servizio, salvo poi accanirsi contro di essa con esposti fatti per mascherare le lacune della gara unica del tpl, mentre le destinatarie delle sanzioni sono le aziende locali, in gran parte partecipate dai Comuni del territorio, e quindi in definitiva i cittadini toscani”.

Definisce pesante il provvedimento anche Confcooperative.

“Abbiamo appreso che la società consortile One Scarl, che raccoglie i soggetti del trasporto su gomma in Toscana, ha deciso di fare ricorso contro la decisione dell’Antitrust di multarla per 3,5 milioni per abuso di posizione dominante per aver ritardato il subentro dell’aggiudicatario della gara pubblica per il tpl, ovvero Autolinee Toscane – spiega – Giuseppe Gori, presidente delle Confcooperative Toscana Nord – commenta gli ultimi sviluppi della vicenda della gara per il trasporto pubblico locale. In effetti è una sentenza molto pesante, che conferma l’incomprensibile ostilità della Regione, soggetto denunciante, nei confronti delle aziende toscane del tpl. Spero che One Scarl possa presto dimostrare la correttezza dell’operato delle sue consorziate”.

“Vorrei evidenziare in particolare due aspetti – aggiunge Gori -: la determinazione con cui la Regione Toscana ha fatto appello all’Antitrust contro le aziende del tpl sembra non tenere conto del fatto che le aziende stesse sono pubbliche o a partecipazione anche dei Comuni. La penalità inflitta dall’Antitrust andrà a ricadere sul patrimonio stesso delle aziende e di conseguenza sulle quote detenute dai Comuni. Alla fine, quindi, lo zelo della Regione andrà a pesare sui conti degli enti locali (e quindi sui servizi offerti ai cittadini toscani). Oltre al danno sempre più evidente di avere un servizio tpl scadente e non all’altezza delle aspettative, per Comuni e cittadini si aggiunge quindi anche il ricorso all’Agcm, voluto dalla Regione Toscana, e la beffa di dover pagare una multa. La seconda considerazione la vorrei fare più nel merito della vicenda. Vorrei ricordare che il passaggio di consegne tra i vecchi e il nuovo gestore sarebbe dovuto avvenire in pieno Covid, quindi, in un momento in cui le aziende del trasporto pubblico hanno garantito ai cittadini un servizio essenziale, così come chiesto proprio dalla Regione Toscana, nonostante le difficoltà e l’alto numero di contagi tra i lavoratori. La cessione dei beni riguardava, tra le altre cose anche 80 immobili, un numero importante che complicava ulteriormente una situazione già critica. Nel frattempo era stato deciso, di comune accordo con la Regione, di posticipare il subentro a dopo la sentenza del Consiglio di Stato, uno dei tantissimi tasselli dell’iter giudiziario non ancora definitivamente concluso. Non considerare tutti questi elementi significa arroccarsi su una rigida posizione e mostrare ancora una volta la volontà di contrapporsi alle aziende toscane”.

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