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SoundOut, buona la prima: il festival jazz a palazzo Pfanner ora pensa in grande

Quasi 400 persone per le due serate di luglio allestite dal musicista 22enne Amedeo Borella

SoundOut, buona la prima. Poco meno di quattrocento presenze per le due serate di musica jazz a palazzo Pfanner. Un festival nato dall’idea del giovanissimo Amedeo Borella, che a soli 22 anni è riuscito a mettere in piedi un format alternativo e di nicchia, attirando in uno dei giardini più belli della lucchesia nomi dal calibro di Simone Alessandrini, Furio di Castri, Evita Polidoro e il Trio Mat.

soundOut palazzo pfanner

Format che, grazie alla freschezza di idee del direttore artistico e della brand Manager Maria Adelaide Fazzi (anche lei poco più che trentenne), ambisce adesso a proporsi nelle quattro stagioni, spaziando di location e generi musicali, con un’unica certezza: il ripetersi nella prossima estate del SoundOut Jazz nel giardino di Palazzo Pfanner.

“La prima edizione del SoundOut jazz è stata un successo – commenta il direttore artistico Borella, questa mattina (27 luglio) a palazzo Pfanner per tracciare un bilancio della manifestazione -. Non ci aspettavamo, con così poco tempo a disposizione per pubblicizzare l’evento, di registrare un sold out la prima sera e di sfiorare il tutto esaurito per il secondo appuntamento. Tantissimi lucchesi ma anche turisti dell’ultimo minuto sono stati attratti da un festival insolito, che la location e l’allestimento curato in parte da Martinelli luce, hanno sicuramente contribuito a rendere unico. Per questo stiamo già lavorando per migliorare il migliorabile e presentarci la prossima estate con un cartellone e una squadra ancora più ampia, e trasformare il SoundOut in un appuntamento fisso dell’estate lucchese e perché no, in un format riproponibile anche in altri ambienti e in altri periodi dell’anno”.

Soddisfazione per l’edizione zero anche da parte degli sponsor, che hanno sostenuto il festival messo in piedi grazie ai soli contributi dei privati: Martinelli Luce, Real Mutua Assicurazioni, Lucia Giovannetti Gioielli, Filab Lenti, Guidi Car, Foto Alcide, Pietro Fazzi Private Banker, Papeschi e Vando Battaglia Costruzioni.

“Quando Amedeo mi ha chiesto se ero interessata a partecipare al festival ho subito annuito – ha detto soddisfatta Emiliana Martinelli, di Martinelli Luce -. È raro trovare giovani così determinati a organizzare un qualcosa di bello per Lucca, all’interno di uno spazio magico che grazie a questo tipo di eventi riesce a risplendere in tutto il suo potenziale. Io non sono una musicista, e dal canto mio ho solo collaborato in parte all’allestimento luminoso, ma amo la musica e il bello e quindi non vedo l’ora di ritornare”.

“La manifestazione è stata un vero successo – ha aggiunto (da remoto) Lucia Giovannetti -. Dare spazio ai giovani come Borella mi emoziona e un evento come questo è molto vicino al mio lavoro creativo, per il quale mi ispiro spesso alla musica e alla natura. Il connubio tra il giardino storico di palazzo Pfanner, fiore all’occhiello per Lucca ed eccellenza Toscana, e la musica funziona e sono convinta che questo progetto avrà un futuro: ci sono tutte le potenzialità”.

Durante le due serate, al costo di 48 euro ciascuna – costo che il direttore artistico ambisce a rendere ‘più accessibile’, anche in ottica di allargarsi ad altri generi musicali – i partecipanti hanno potuto assaggiare il finger food curato dalle Bontà e da Santa Zita, il cui titolare Michele Tambellini, si è complimentato per “l’ottima riuscita” dell’iniziativa.

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