Felpati, Lucca Crea in commissione: “Impossibile inserire nel bando contratti o tariffe orarie” fotogallery

La sfida del dg Vietina: "Usciamo dal codice degli appalti"

La questione ‘felpati’ arriva in commissione partecipate. E lo fa in un incontro fiume che dalla sala biblioteca si deve spostare in sala Consiglio per il gran numero di partecipanti. 
Lucca Crea, infatti, per rispondere definitivamente alle polemiche si presenta non solo con il presidente Mario Pardini, con il direttore generale Emanuele Vietina, il Rup del procedimento Valentina Maggi, l’avvocato Nicola Frezza e le rappresentanti di Gsi, la società vincitrice del bando.

Dirigenti e dipendenti di Lucca Crea hanno risposto alle polemiche recenti sul pagamento di coloro che si occupano dei servizi di portierato diurno e notturno, in parte impropriamente definiti felpati. 
Ad aprire la discussione il presidente Pardini che subito si toglie qualche sassolino: “Si tratta di un argomento – dice – che ci sta tantissimo a cuore. Si è parlato purtroppo il giusto della manifestazione nonostante le presenze record, mentre a livello locale ha fatto eco un altro argomento portato avanti in maniera impropria”.

I passaggi tecnici li spiega il direttore generale, Emanuele Vietina: “È bene chiarire che Lucca Crea è una società 100% pubblica, partecipata interamente dal Comune di Lucca, questo vuol dire che non può operare liberamente sul mercato, ma è soggetta al codice degli appalti. Lucca Comics & Games è uno dei pochi grandi festival e manifestazioni che, già dal 2004, ha deciso di non usufruire del volontariato, scegliendo di dare un riconoscimento in denaro a tutti coloro che contribuiscono al successo della manifestazione. Dal momento che il legislatore ha abolito i “voucher” che negli anni passati permettevano al festival di gestire in proprio le collaborazioni anche dei ragazzi addetti al controllo degli ingressi, la società è obbligata per legge ad appaltare il servizio, tramite regolare gara, ad una società esterna Gsi Group – dice – si è aggiudicata la gara per il portierato diurno e notturno secondo il sistema dell’offerta economica più vantaggiosa. C’è poco da dire su questo tema rispetto a quello che abbiamo già detto. Lucca Crea è una società pubblica che non può fare altro che affidarsi a bandi per effettuare i suoi servizi. In questo senso, dal momento in cui si è deciso di affidare il servizio a lavoratori retribuiti, abbiamo sempre operato nel rispetto del codice degli appalti e dei contratti collettivi”.

“Innanzitutto – spiega Vietina – c’è da dire che non abbiamo sempre operato tenendo conto del criterio del massimo ribasso. Dal 2018 anche per il portierato notturno abbiamo dato un importante rilievo alla offerta organizzativa. Un aumento della qualità dei servizi che si è vista anche con la riduzione del numero delle effrazioni con l’inserimento anche di elementi tecnologici negli stand e sulle mura”. 
“La base di gara prevede una valutazione di 70 punti per il progetto tecnico e di 30 punti per l’aspetto economico – spiega la responsabile unica del procedimento, l’ingegnere Valentina Maggi – All’interno del progetto economico, inoltre, abbiamo inserito una formula che appiattiva molto le distanze fra i ribassi economici. In sostanza c’è stata una prevalenza sulla valutazione del progetto tecnico tanto che alla fine è stata scelta l’offerta meno vantaggiosa dal punto di vista economico delle quattro partecipanti”.
“È stato detto – ha aggiunto il Rup – che si sarebbe potuto inserire nella gara una tariffa orario o un diverso contratto collettivo. Ma noi dobbiamo fare i bandi più aperti e trasparenti possibili. Quindi mettere una tariffa oraria in linea generale non sarebbe stato un dato attendibile perché non avremmo comunque saputo il numero degli addetti impiegati. Detto questo la norma dice cne non si può entrare troppo nell’impostazione del rischio delle aziende. L’unica cosa che può fare l’azienda Lucca Crea è valutare se il contratto è pertinente al servizio svolto. Se avessimo, insomma, inserito una tariffa orario o un contratto, avrei esposto l’azienda al rischio di ricorsi, perché le imprese non avrebbero margine per l’offerta tecnica”. 
La parte legale è affidata alle parole dell’avvocato Nicola Frezza: “Quando ho studiato la cosa – dice – essendo la società puibblica, il codice degli appalti crea dei vincoli finalizzati al rispetto dei diritti e al fatto che le risorse pubbliche devono essere usate nel miglior modo possibile. Il contratto collettivo in questo caso è quello applicato da Filcams Cgil e Fisascat Cisl. Su questo non potevamo intervenire perché non sarebbe stato legale. Si potevano impugnare i bandi e coi ricorsi sarebbe stata a rischio la manifestazione. Il contratto che applica Gsi è firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi e rispetta le tabelle ministeriali. Una volta verificato questo non si poteva fare nulla”.

La polemica politica parte dalle parole di Massimiliano Bindocci, portavoce del Movimento Cinque Stelle. La sua ironia sulla presentazione in forze di Lucca Crea e sulla presunta ‘excusatio non petita’ dell’azienda provoca subito la reazione di Vietina: “Potevamo non venire – dice – e non dire niente. Ma abbiamo raccolto lo stimolo a mezzo stampa e abbiamo toccato gli argomenti più capziosi e strumentali che sono emersi in queste settimane”. 
Bindocci ritorna comunque alla carica: “La questione è quello che è successo in questi anni – dice – Tolgo subito ogni alibi: per me siamo nelle norme ed è tutto regolare, anche se l’appalto è orripilante. La questione è che si è costruito un meccanismo che si prestava a questa situazione. La storia la fa un accordo sindacale di due anni fa che prevedeva l’internalizzazione del servizio. Ci siamo poi infilati in una roba che sapevamo che avrebbe creato un malcontento, visto che riguarda 500-700 persone, per la maggior parte lucchesi. Facciamo in modo che il servizio ritorni internamente direttamente a chi organizza l’evento, proprio come è successo nel 2017 con l’accordo sindacale”.

“Innanzitutto – replica Vietina – non è corretto dire che nel 2017 il servizio era internalizzato del tutto ma solo in parte. Poi quando è venuto meno lo strumento dei voucher si è trovata una soluzione ponte. Il tema era che per i servizi di accoglienza non esiste alcun polo fieristico che fa questo servizio su base interinale. L’amministrazione può decidere di farlo, posto che si potrebbe comunque profilare il danno erariale, visto l’aumento dei costi, ma dal punto di vista gestionale si tratterebbe di una scelta poco avveduta, visto che di botto una società di 15 dipendenti se ne troverebbe ad avere 250, anche se per la maggior parte interinali”. 
“Bisogna fare una scelta politica – è la conclusione di Bindocci – che permetta a Lucca Crea di pagare di più”. 
“Vogliamo migliorare il pagamento del personale – dice Vietina – e usare le professionalità? Usciamo dal codice degli appalti dotandoci di un solido regolamento degli acquisti. Potremo così scegliere i fornitori che hanno il personale pagato dignitosamente e che ci forniscono professionalità”. 
A proporre la discussione in commissione era stato il consigliere di Casapound, Fabio Barsanti, che chiede all’amministrazione comunale se ha intenzione di fare dei passi nel senso di un migliore pagamento dei ‘felpati’.

“È evidente – dice il vicesindaco Giovanni Lemucchi – che come amministrazione ci stiamo muovendo per affrontare la situazione di un trattamento economico oggettivamente basso. Ci si concentra su una cosa importante, ma che rientra in un evento che dura cinque giorni. Andiamo così ad approfondire il tema per capire che spazio di manovra abbiamo. Il tema su cui noi dobbiamo riflettere è quello della natura di questa società che opera sul mercato libero ed è di natura commerciale ma ha dei vincoli pubblicistici che è da capire se sono compatibili”. 
Il consigliere di SiAmo Lucca, Enrico Torrini, sottolinea la necessità di pagare meglio i servizi di portierato, come ai tempi dei voucher, e chiede la modalità di svolgimento del lavoro notturno. “Il voucher – dice il dg Vietina – dava un emolumento superiore al percipiente e un costo minore al committente. Quanto al resto i servizi sono di tipo diverso: una è la guardiania armata con le telecamere laser per le attività, altra il personale nei padiglioni che sono uscieri notturni senza obbligo di intervenire. Gli appalti sono diversi e separati”. “E comunque – spiegano i rappresentanti di Gsi – tutti avevano un dispositivo collegato con la centrale operativa e poi c’erano pattuglie con Blsd e guardie giurate che intervenivano su sollecitazioni dei portieri”.

L’avvocato Frezza ribadisce la difficoltà nell’internalizzare un servizio così ‘pesante’ come quello che decuplica i dipendenti, seppur temporanei di un’azienda: “Tre le cose che lo impediscono: l’aspetto normativo perché la legislazione attuale non  lo consente; uno strutturale perché un’azienda di una quindicina di persone non sarebbe in grado di gestire l’assunzione seppur temporanea di quasi 700 dipendenti. Infine ci sarebbero anche problemi sotto il profilo della sicurezza. Sarebbe quindi un compito che Lucca Crea non può assumere”.

La conclusione è affidata ai consiglieri comunali Martinelli per l’opposizione e al consigliere delegato al lavoro Guidotti.
Per Marco Martinelli “sono terminati gli alibi. La scelta – dice – è chiaro che a questo punto è politica e se le soluzioni ci sono è bene che siano perseguite dall’amministrazione”. Martinelli ha poi chiesto di utilizzare gli utili che genera Lucca Crea, in cambio dei disagi che la manifestazione.
“Lucca Crea sponsorizzi l’illuminazione natalizia per i prossimi anni del centro storico e dei quartieri della prima periferia – ha detto il consigliere – Questo nella direzione di favorire un binomio importante con la città non solo nel periodo dei Comics. Infatti con un progetto a lungo respiro sostenuto dalla società Lucca Crea potranno essere create le condizioni per realizzare un’importante illuminazione delle strade del centro storico e della prima periferia durante le festività di Natale in modo da attrarre visitatori e creare quindi ricchezza sul territorio così come avviene anche in altre città del nostro paese. Questa proposta va nella direzione contrari a quanto fatto dal comune due anni fa quando ha prelevato dalle casse della società oltre 600mila euro che sono finite nel “calderone” del bilancio comunale”.
Roberto Guidotti ricorda i vari passaggi fatti dall’amministrazione con il presidente Pardini: “Una amministrazione – dice – è legata a vincoli tecnici. Ritengo che la scelta fatta è la scelta più giusta e più onesta perché non dà soluzioni ma prova a dare delle soluzioni”.

Per Lucca Crea chiude Mario Pardini che risponde anche alle critiche del comitato Lucca Crepa. Pardini ha spiegato come non sia vero che i soldi presuntamente risparmiati per il pagamento dei servizi di portierato non va nelle tasche della società ma in quelle dei cittadini. Lucca Crea, infatti, è una società partecipata al 100 per cento dal Comune.
Pardini, dopo le polemiche delle ultime settimane, non ha escluso che la società decida di tutelare nelle sedi opportune la propria immagine.

 

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