Lucchese, al capolinea l’era Bacci

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E’ finita l’era di patron Bacci. Né l’ex patron né la Coam (impossibilitata a farlo dalla propria situazione di concordato preventivo) hanno onorato quanto stabilito nell’assemblea dei soci dello scorso dicembre quando si era stabilita nel 27 gennaio la data ultima per far seguito a quando deciso per ripianare gli oltre 1,8 milioni di perdite, grazie, in parte, a un prelievo dal fondo di riserva a copertura perdite, in parte all’adesione alla prevista ricapitalizzazione per circa 750mila euro (ma da versare ce ne sarebbero circa 450mila).

Coam e Bacci (o Bacci anche per Coam) non hanno fatto la loro parte e l’87 per cento delle quote della Lucchese (33 di Bacci e 54 di Coam) sono così rimaste “senza padrone”, aprendo la strada all’esercizio del diritto di opzione dei soci di minoranza. E così ha deciso di fare Lucchese Partecipazione, il gruppo che riunisce i soci lucchesi dentro la società rossonera. La scadenza per esercitare tale opzione ed evitare la liquidazione della società è già fissata al 75esimo giorno dopo la famigerata assemblea del 13 dicembre scorso, ovvero il prossimo 27 di febbraio. Se a quella data le quote non saranno sottoscritte o dai soci di minoranza che hanno dichiarato la propria opzione o qualche terzo imprenditore scatterà la liquidazione della società, con il liquidatore già individuato nel dottor Matteo Benigni che potrà cedere l’intera azienda o suoi rami, cedere singolarmente beni o diritti, fare transazioni e compromessi o presentare eventuali istanze di ammissione a procedure concorsuali.
L’ipotesi a cui si sta più alacremente lavorando, anche con il sostegno dei Comuni di Lucca e della Piana, è quella della creazione di una public company, cioè una partecipazione diffusa al capitale sociale per garantire un futuro alla Lucchese fra i professionisti. Nel frattempo saranno gli ex soci di minoranza a garantire la continuità aziendale. Ma con una scadenza, qualora non si presentassero nuovi imprenditori interessati, ovvero la fine della corrente stagione agonistica. In mancanza di alternative la fine dell’anno aprirebbe ad una nuova estate calda per le sorti della società rossonera.

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