Lucchese sempre in mano a Grassini ma servono soldi

L’atmosfera è quella della smobilitazione generale. La Lucchese, da ieri mattina, da quando per via telefonica il patron Lorenzo Grassini ha comunicato agli altri soci non solo la volontà di non onorare quanto dichiarato la settimana prima in assemblea ma anche quella di non voler mai più mettere piede a Lucca, sembra non avere padrone. Nessuno, insomma, al di là delle trattative sottotraccia per trovare un nuovo assetto a una barca che sta palesemente affondando, vuole assumersi la responsabilità di quello che è successo in questi giorni.

Per questo non resta che rimanere ai fatti. A un’assemblea dei soci che aveva deliberato un aumento di capitale per ripianare le perdite, di cui Grassini si era fatto garante anche in assenza dei soci Arnaldo Moriconi e Città Digitali, assenti all’assemblea. In quella occasione si decise di ripianare debiti per 461mila euro pro quota, ma il socio di maggioranza si era impegnato a coprire entro il 4 luglio la cifra, anche in assenza di altri conferimenti. In quel caso la maggioranza della Lucchese avrebbe visto praticamente scomparire le partecipazioni di Moriconi e di Città Digitali. La Lucchese sarebbe stata di Grassini al 98 per cento e di Lucca United e Moreno Micheloni per il restante 2 per cento. Ma tutto questo non è avvenuto. La scadenza del 4 è passata senza che nulla acadesse e quel che è peggio è che sono passati anche i giorni successivi. In mano alla Covisoc, quindi, ci sono documenti che dicono, in sostanza, che la società non è stata ricapitalizzata e non ha coperto le perdite e che gli stipendi e i contributi degli ultimi mesi non sono stati onorati. Tanto basta, al di là dei documenti di iscrizione presentati, da mettere quantomeno sub judice la partecipazione dei rossoneri al prossimo campionato. Oltre a questo, anche se tutto fosse risolto, quello che si rischia è una maxipenalizzazione per il ritardo negli adempimenti.
Ma il cerino, ‘l’uomo nero’ come si dice a Lucca, è sempre in mano a Lorenzo Grassini. La società è sua, la fidejussione per la partecipazione al prossimo campionato porta la sua firma. Senza un suo atto formale, insomma, nulla può accadere. E per questo sono tutti alla finestra. Da Arnaldo Moriconi che, personalmente e con la sua Città Digitali, continua a lavorare sottotraccia per una soluzione al direttore generale Fabrizio Lucchesi, che attende per capire cosa sarà di lui e della Lucchese, ma che certo non esce senza macchia da questa situazione. Gli altri soci, la stessa Lucca United, che rappresenta i tifosi e che tanto si era spesa per esprimere il gradimento alla coppia Grassini-Lucchese, fra delusione e rabbia si trincerano in un imbarazzato silenzio. C’è chi fa sapere di non voler più avere a cbe fare con la società e il suo futuro, chi, come il presidente di Lucca United, Stefano Galligani, si scaglia contro l’incantatore Grassini: “Hai preso in giro – scrive sul sito di Lucca United rivolgendosi a Grassini – una città intera, tifosi appassionati e persone perbene come Moreno. Puoi fare un ottima carriera politica anche se forse gli incantatori in politica hanno fatto il loro tempo. Nel calcio invece c’è ancora spazio evidentemente. Mi chiedo se quando ti guardi allo specchio non provi vergogna”. Domani, comunque, il museo rossonero rimarrà aperto la sera e non è escluso che sia l’occasione di parlare della tragedia, in termini sportivi, rossonera.
A parlare è ancora l’ex ad della società, Carlo Bini. Che continua a togliersi qualche sassolino: “Da tifoso – dice – dispiace davvero vedere la Lucchese in queste condizioni. Apprendo dai giornali che l’incontro di ieri sera (6 luglio) a Firenze non è andato bene. La soluzione a questa situazione dovrà uscire da Moriconi e Grassini: sono loro che hanno in mano il destino della Lucchese. C’è la speranza che qualcun altro possa intervenire ma la soluzione dovrà comunque passare da uno di loro due”. Bini chiude però la porta ad un possibile rientro in corsa di Belardelli auspicando invece l’intervento di imprenditori lucchesi: “Da tifoso della Pantera mi auguro che ci sia qualcuno a Lucca che si muova per il bene della società e per il mantenimento della categoria. Chiunque faccia annunci di altro tipo non sa di cosa parla”. Sono stati fatti degli errori di valutazione? “Ne sono stati fatti molti. C’è stata molta superficialità che Lucca non si merita. Ho sentito tanto parlare di serie B. Per la serie B servono 300mila euro solo per l’iscrizione, poi serve una squadra all’altezza, lo staff tecnico, il personale e la struttura del caso. Personalmente non mi sarei sbilanciato in questi annunci. L’obiettivo doveva e deve essere il mantenimento della categoria”.
Tutto dipende, quindi, da come si comporterà Grassini, che fino a pochi giorni fa dialogava serenamente con Comune, tifosi e stampa come se fosse pronta a decollare una squadra per tentare la scalata in serie B. Tutto dipende da come, e a che condizioni, cederà (e se cederà) le quote di sua proprietà della società. E a chi lo farà. Non è una novità che intorno alla Lucchese ci siano altri interessi come quello del chiacchieratissimo Pietro Belardelli, imprenditore con interessi non solo nel calcio. Nessuno, fino a due giorni fa, ne voleva neanche sentire parlare. Adesso sembra essere l’unica alternativa al baratro del terzo fallimento in dieci anni. E ancora una volta il personaggio chiave in questo passaggio è Arnaldo Moriconi.
O bere o affogare, insomma. Il tutto in tempi strettissimi: gli adempimenti per stipendi e contributi scadono il prossimo martedì (10 luglio). Poi bisognerà attendere le osservazioni della Covisoc che di certo non iscriverà in prima battuta la Lucchese al campionato di serie C. Nel frattempo il tempo scorre e la Lucchese, al momento, ha solo un allenatore, Menichini, un vice, un direttore generale e qualche giocatore, fra cui bomber Fanucchi. Fra un paio di settimane una società che vuole far bene dovrebbe organizzare il ritiro, con una rosa quantomeno già formata da mettere a disposizione del mister.
L’impressione è che, invece, se mai si partirà, si farà con una rosa abborracciata e ricca di giocatori svincolati e senza contratto. Situazione che, al momento, sembrerebbe addirittura una manna dal cielo. E toglierebbe l’amaro in bocca di un’altra estate a rincorrere il salvatore della patria che arriva a Lucca ricco di soldi e di ambizioni e poi si rivela inconsistente nei progetti e nei programmi. Che brutta storia e, per tanti, che brutta figura.

Enrico Pace
Ha collaborato Luca Dal Poggetto

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.