Rugby Lucca, dopo tre mesi il Bernardo Romei riapre i battenti

Il protocollo prevede distanziamento, pallone e borraccia personale, doccia a casa. Per ora niente contatto fisico

Distanziamento, pallone e borraccia personale, doccia a casa. Questa la ricetta con cui il Rugby Lucca ha ripreso l’attività dopo tre mesi di stop forzato a causa dell’emergenza coronavirus. Uno stop che è stato molto difficile per tutti, rugbisti rossoneri compresi. Per questo ieri sera (15 giugno) al campo sportivo Bernardo Romei l’entusiasmo era alle stelle. I primi a partire sono stati i ragazzi delle formazioni under 14 e under 16 ma nel corso della settimana tutte le squadre torneranno sul campo.

La società del presidente Lombardi ha comunque messo l’aspetto della sicurezza e della salute di atleti e staff tecnici al primo posto. È stato infatti realizzato un protocollo con una serie di misure stringenti da seguire, sulla base delle direttive indicate dal governo e dalla Federazione italiana Rugby. Inoltre, la società rossonera ha individuato un Covid manager: si tratta dell’ingegner Andrea Gonella Pacchiotti, atleta della formazione seniores e specializzato su questi aspetti. A lui spetterà il compito di controllare che le regole per poter andare in campo in sicurezza vengano rispettate.

Tra le norme più significative da rispettare ci sono l’obbligo di ingresso e uscita da due punti diversi, la misurazione della temperatura all’arrivo e la registrazione su un apposito registro presenze, il rispetto delle distanze anche durante le sedute di allenamento. Non potendo fare contatto fisico, per il momento, l’attività è stata suddivisa tra test atletici e lavoro sulla tecnica individuale.

Nonostante queste limitazioni, la voglia di ripartire era tanta: “Tutti volevano tornare in campo – spiega il direttore sportivo del Rugby Lucca, Andrea Marchi – Dagli atleti della seniores ai cuccioli delle categorie del mini-rugby, dalle ragazze della formazione femminile ai genitori dei ragazzi. L’isolamento in casa è stato un periodo molto difficile per tutti, soprattutto per i più piccoli. Per questo ci siamo sentiti in dovere di organizzarci per ripartire, pur con tutte le precauzioni e gli accorgimenti del caso. La scorsa settimana abbiamo fatto una prima seduta di allenamento con la formazione seniores per capire se eravamo in grado di organizzarci per rispettare le normative. L’esperimento è andato bene e quindi abbiamo deciso di ripartire. È uno sforzo notevole sia dal punto di vista economico che organizzativo ma per noi è importante iniziare a ricostruire quello spirito di comunità che si era un po’ perso durante il lockdown”.

Una ripartenza che per la comunità ovale lucchese ha rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno, anche se le incognite sulla prossima stagione restano tutte: “Viviamo questo periodo come un’opportunità per lavorare su quegli aspetti che, nella routine, vengono un po’ trascurati. L’obiettivo è quello di farsi trovare pronti quando ripartiranno i campionati. Trattandosi di uno sport di contatto, però, la nostra disciplina è tra quelle più a rischio. Al momento non abbiamo indicazioni dalla federazione – conclude il ds – Possiamo fare solo delle ipotesi. Certo è che se non dovessero disputarsi dei veri e propri campionati nella stagione 2020-2021 sarebbe molto difficile, non solo per noi ma per tutte le società”.

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