Rugby Lucca, il nuovo presidente Fanucchi pensa in grande: “Abbiamo le carte per puntare in alto” foto

Fresco di nomina, pieno di obiettivi: "La nostra parola d'ordine è ripartenza"

Chi è passato lungo il parco fluviale in questi giorni, certamente avrà notato il gruppetto di giovani del Rugby Lucca che puntualmente si ritrova al Bernardo Romei per fare una sgambata in attesa dell’inizio ufficiale della stagione 2021-2022. È proprio vero che chi prova il rugby poi non riesce più a smettere. Mentre il grosso della truppa però si sta ancora godendo le meritate vacanze il nuovo consiglio direttivo della società, fresco di elezione, è già al lavoro per pianificare il prossimo triennio. Le novità anche in questo periodo estivo non mancano, a partire dalla figura del presidente. Il nuovo numero 1 del Rugby Lucca è infatti Matteo Fanucchi, una vera e propria bandiera del club. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione.

Presidente, vi state preparando per affrontare una stagione che tutti speriamo “normale” dopo un anno e mezzo senza gare ufficiali. È stata dura?

Questo anno e mezzo è stato devastante per il rugby italiano e ha dato una mazzata soprattutto alle società più piccole. Da un punto di vista societario è stata dura perché abbiamo perso molte delle nostre certezze, anche a livello di sponsorizzazioni e questo ovviamente è stato un grosso problema. Ma soprattutto la cosa più dura da accettare è stata il fatto di aver perso per strada tanti ragazzi. Anche quando abbiamo potuto riprendere a fare attività lo abbiamo potuto fare senza contatto fisico, una limitazione che ha snaturato il nostro sport. Questo ha avuto un impatto negativo sul livello di partecipazione. Da un altro punto di vista però sono anche molto soddisfatto perché in questo periodo di grande difficoltà ci sono stati dei gruppi che hanno tenuto, che si sono uniti ancora di più e che in questo anno e mezzo sono migliorati tantissimo. Nel male di questa pandemia quindi c’è stato anche qualcosa di positivo. Per questo devo fare un grande ringraziamento ai nostri tecnici che sono stati straordinari nell’affrontare l’emergenza, nel mantenere vivi i rapporti con le famiglie e nell’inventare sempre attività nuove per i ragazzi.

Lei è stato un punto di riferimento per compagni e tifosi sul campo, come si approccia a questo nuovo incarico?

È vero, io sono essenzialmente un uomo di campo e non voglio stravolgere la mia natura e il mio modo di fare per via del nuovo incarico. Credo di essere stato scelto proprio per questo: perché posso essere un punto di riferimento anche e soprattutto per i più giovani. La figura del presidente deve essere questo alla fine. È importante secondo me far sentire forte la presenza della società e dare attenzione alle problematiche di ogni nostro singolo tesserato. Su altri aspetti più tecnici avrò un grande supporto da parte di tutto il nuovo consiglio direttivo. Siamo un team di 11 persone con competenze diverse e complementari. Stiamo iniziando in queste settimane a impostare il lavoro per i prossimi 3 anni e sono convinto che abbiamo tutte le potenzialità per fare ottime cose insieme.

Facendo i debiti scongiuri, in questa stagione dovrebbero riprendere i campionati. Quali obiettivi vi siete dati?

Gli obiettivi naturalmente saranno diversi rispetto alle stagioni pre-pandemia. Per noi in questo momento la parola d’ordine è ripartenza. È chiaro che quando si scende in campo, lo si fa sempre con l’obiettivo di puntare alla vittoria ma dal mio punto di vista la cosa più importante è quella di tornare a far giocare tutte le nostre categorie: dalla seniores all’under 5, passando per la femminile e la squadra del touch. Sfrutteremo questa stagione per lavorare, tornare ad essere competitivi e colmare le nostre lacune, dove ci sono. Punteremo in particolare a rinforzare il nostro settore giovanile, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Non voglio dire che è un “anno zero” perché il precedente consiglio direttivo ci ha lasciato un’ottima base su cui lavorare. Però dopo questo stop sarà necessario un po’ di tempo prima di tornare a regime.

Parlando della prima squadra, ci sono delle novità in arrivo?

Ad oggi posso dire che abbiamo già ufficializzato il nuovo direttore sportivo che sarà Marco Montefalcone (ex allenatore della formazione under 14, ndr) e con lui stiamo lavorando per rinforzare lo staff tecnico. L’allenatore per la stagione 20-21 sarà ancora Matteo Giovannico che però per motivi personali dovrà ridurre il proprio impegno e per questo ha chiesto un supporto. Inseriremo quindi la figura di un vice-allenatore. Abbiamo già individuato un profilo che riteniamo di ottimo livello per la categoria, abbiamo già un accordo di massima con lui e quindi spero che tutto vada a buon fine. Inoltre inseriremo nello staff anche Frederick Husson che per noi è una risorsa molto importante. Non solo perché è un giocatore di grande livello con esperienze in categorie superiori ma anche perché è istruttore di crossfit. La sua figura quindi per noi sarà fondamentale per far crescere la squadra, sia da un punto di vista fisico che tecnico e di esperienza. Continueremo poi la nostra collaborazione con Javier Livia per quanto riguarda la parte atletica. Parliamo anche in questo caso di un lusso per la categoria.

Presidente quest’anno il Rugby Lucca compie 15 anni. Cosa vi manca per fare il definitivo salto di qualità?

Personalmente sono convinto che possiamo puntare in alto. Però serve un percorso di crescita graduale che non potrà essere inferiore ai 4-5 anni. La nostra filosofia è sempre stata quella di puntare sui giovani del nostro vivaio. Per cui in primo luogo dovremo investire sul settore giovanile per farlo crescere, in modo che gli atleti che si affacciano alla prima squadra siano pronti sia da un punto di vista fisico che tecnico e possano ambire quindi ad una maglia da titolare. La nostra squadra prima della pandemia era molto competitiva ed il salto di categoria negli ultimi anni ci è sfuggito solo per piccoli dettagli. Adesso però c’è bisogno di un importante ricambio generazionale e avendo subito un contraccolpo da un punto di vista economico, come del resto tutte le realtà sportive, l’unica cosa che possiamo fare in questo momento per rimanere competitivi è puntellare il nostro settore giovanile e alzarne complessivamente il livello affinché diventi una vera e propria fucina di talenti. Resto convinto che la serie B – come minimo – sia alla nostra portata ma, come ho detto, ci arriveremo attraverso una crescita graduale.

Legato a questo aspetto, negli anni passati si è parlato spesso dell’ingaggio di un direttore tecnico. Una persona di alto profilo in grado di far fare un salto di qualità alla squadra ma soprattutto di formare i tecnici lucchesi. È ancora in piedi questa pista?

Questa figura sarà centrale nei prossimi anni per il nostro sviluppo. È vero che in passato siamo stati in trattativa con due profili di alto livello. Purtroppo però le cose non sono andate a buon fine per le richieste economiche che abbiamo ritenuto eccessive. Abbiamo quindi deciso di affidarci ad una persona che fa già parte della nostra società e cioè Andrea Lombardi (ex presidente, ndr). Andrea non solo vive a Lucca da anni ma conosce già l’ambiente, ha avuto esperienze di alto livello e ha ottimi rapporti all’interno del mondo del rugby italiano, a partire dal presidente della federazione Marzio Innocenti. Per questo abbiamo deciso di valorizzare questa figura che già avevamo al nostro interno, senza far arrivare qualcuno da fuori. Ovviamente anche per lui questo incarico rappresenta qualcosa di nuovo, per questo siamo in trattativa con una società emiliana per iniziare un percorso di collaborazione di modo che Andrea possa formarsi per questa nuova sfida con beneficio, a cascata, per tutti i nostri allenatori e preparatori. Devo ringraziare per questo il presidente del comitato regionale della Fir Riccardo Bonaccorsi che ci ha sostenuto e aiutato a trovare questa soluzione che secondo me è ottima perché ci permette di iniziare a lavorare su un progetto pluriennale.

Qualche mese fa sulla stampa si è parlato molto di una vostra proposta per riqualificare l’area degli impianti sportivi dell’Acquedotto. A che punto siamo?

Come noto, da tempo abbiamo presentato all’amministrazione comunale un nostro progetto che prevede tra le altre cose anche il recupero dell’ex planetario che diventerebbe una struttura a disposizione non solo nostra ma di tutte le società sportive della zona. È certamente una proposta molto ambiziosa ma per noi sarebbe fondamentale poterla realizzare perché sono convinto che un salto di qualità a livello sportivo passi anche da un miglioramento delle strutture che abbiamo a disposizione. Non solo perché permetterebbero ai nostri atleti di allenarsi e performare nel migliore dei modi ma anche perché strutture più appetibili potrebbero invogliare un maggior numero di ragazzi e ragazze a venire a provare la nostra disciplina. Inoltre attualmente siamo sprovvisti di una Club House. Non è un dettaglio secondario per una squadra di rugby: siamo universalmente considerati come lo sport di squadra per eccellenza. Per questo uno spazio dove stare insieme per cementare i rapporti all’interno della squadra, parlare di rugby, vedere insieme le partite in tv ma anche semplicemente bersi una birra dopo l’allenamento e vivere un po’ di più la realtà associativa costituisce un altro tassello indispensabile per la nostra crescita. Per questo non molliamo. Ai primi di agosto ci sarà un nuovo incontro con l’amministrazione comunale in cui speriamo si capirà un po’ meglio quali saranno i prossimi passi. Sembra che ci sia la volontà di portare avanti questa iniziativa e di sostenerla. Ovviamente ne sono molto felice. Voglio ringraziare tutti i membri del vecchio consiglio che si sono occupati da vicino di questi aspetti. Sicuramente se questo progetto vedrà finalmente la luce gran parte del merito è loro.

Lei è molto attento anche alla realtà del rugby femminile.

Devo dire che sono molto soddisfatto perché ci sono sempre più ragazze che si stanno avvicinando al rugby. Purtroppo però, come del resto molte altre società, ancora non abbiamo i numeri per allestire una squadra in autonomia. Per questo abbiamo aderito al progetto del Livorno Rugby 1931. Una società grande e molto blasonata che ha messo a disposizione la sua struttura per creare un polo per dare la possibilità a tutte le ragazze della costa toscana di allenarsi e sentirsi finalmente parte di una vera e propria squadra. Di questo progetto noi siamo una parte attiva importante. Io in particolare seguirò molto da vicino le ragazze in prima persona e insieme a me ci saranno anche i tecnici del Rosignano e dell’Montelupo-Empoli Rugby. Lo scorso anno non siamo riusciti a fare una massiccia campagna di reclutamento ma anche grazie a questo progetto non abbiamo perso nessuna delle ragazze che già si allenava con noi. Anzi, il gruppo si è compattato ancora di più e c’è stato qualche nuovo ingresso. Questo per me è un grande traguardo. Detto ciò, chiederò un impegno ancora maggiore sotto questo aspetto. Sono convinto che Lucca abbia tutte le potenzialità per diventare un polo importante per la Toscana. Vuoi per la posizione strategica (a metà strada tra Livorno e Firenze, i due poli principali) vuoi per la qualità del nostro lavoro. Possiamo diventare veramente un punto di riferimento importante anche per le società vicine. Per far questo però dobbiamo aumentare i nostri numeri e lavoreremo in questa direzione.

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