Lanfri, i supporter finanziano la scalata dell’Everest foto

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Puntando sempre più in alto, Andrea Lanfri ce l’ha fatta. Il primo e più importante passo verso la scalata del monte Everest è stato completato grazie alla generosità di decine di sostenitori. In appena quaranta giorni, infatti, l’atleta paralimpico lucchese, in forza a Fiamme Azzurre e Atletica virtus Cr Lucca, è riuscito a raccogliere con il suo crowdfunding, Everest 2019, più di 9000 euro. Per l’esattezza 9311 che, tradotti in metri, sarebbero ben più degli oltre 8000 da scalare della vetta più alta dell’Himalaya.
Sul portale Ogni sport oltre, l’obiettivo minimo era fissato molto più in basso, a quota 6500 euro, cifra che la fondazione Vodafone raddoppierà. Ma Andrea ha puntato sempre più in alto e nei primi giorni di gennaio, per convincere tutti che stava davvero facendo sul serio, progettando di essere il primo uomo amputato a gambe e mani a salire sugli oltre 8.000 metri del Tetto del mondo, ha scalato i 6268 metri del vulcano Chimborazo, in Ecuador. Impresa raccontata giorno dopo giorno sui suoi canali social e che ha, se mai ce ne fosse stato bisogno, convinto decine di anonimi sostenitori che in pochi giorni hanno coperto le spese necessarie per organizzare la missione Everest.

“Un risultato che non mi sarei mai aspettato e per il quale devo ringraziare le persone che hanno creduto in me – spiega Andrea Lanfri -. Accanto a loro ci sono anche molti partner che mi aiutano nell’organizzazione della missione già da molto tempo. Non posso non citare Italiana assicurazioni, Ego wellness, Erredi design, Art4sport onlus, Atletica virtus Cr Lucca e per la parte tecnica l’Ortopedia Michelotti”. Proprio nell’azienda lucchese, infatti, Paolo Denti, il mastro Geppetto di Lanfri, sono state modellate le protesi che hanno portato il campione paralimpico sul Chimborazo e che, grazie anche alle donazioni sul portale Ogni soltre, verranno rese ancora più performanti per l’Everest. “Questo è l’inizio del sogno, senza il contributo volontario di tante persone non sarebbe neanche iniziato – ha concluso Lanfri -. Io mi sto già allenando e da qui a maggio ho già in programma una serie di allenamenti mirati per il Tetto del mondo. Potrei essere il primo al mondo con amputazioni a gambe e mani a riuscirci, non voglio fallire”. Per Lanfri l’ennesima dimostrazione di forza e coraggio. Poco dopo essere uscito dal coma, nel 2015, pensava già di tornare a fare scalate e a correre. Per riuscirci organizzò, proprio come in questi giorni, una raccolta fondi. Anche quella volta fu un successo clamoroso. L’obiettivo di allora era iniziare a correre in pista, quello che lo aspetta oggi è ancora più ambizioso. Ma non per questo non alla sua portata.

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