Rally, Fontana-Bertolli pronti per la Parigi-Pechino sulle orme degli antenati

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35 giorni di guida no stop, 14 paesi attraversati per un totale di circa 16mila chilometri da percorrere a bordo di una Fiat 2003S Coupé del 1966. È questa l’impresa in cui due “giovani” imprenditori e appassionati di motori lucchesi si apprestano ad vivere. A 90 anni di distanza dall’impresa portata a termine dai loro padri, Pier Luigi Fontana e Giulio Bertolli si apprestano a cimentarsi nella Parigi-Pechino, una gara di velocità e di regolarità a media, che non prevede assistenza durante il percorso, ma solo nelle soste. Una gara che si basa tutta sulla forza delle automobili e la resistenza dei piloti. L’equipaggio Fontana-Bertolli è uno dei quattro che partiranno dall’Italia per un totale di 120 partecipanti da 22 paesi del mondo. Saranno insieme, uno accanto all’altro, proprio come 90 anni fa fecero Eugenio e Alberto, rispettivamente padre e zio di Pier Luigi e Giulio.

“Partiremo il prossimo 2 giugno da Pechino con la nostra Fiat 2003S Coupé del 1966 – spiegano i due piloti – preparata, per la parte motoristica, dall’officina di Mauro Prampolini di Carrara, famoso tecnico prima in Ferrari e poi in Lamborghini, e per il telaio da Renato Rickler, vecchia volpe della Parigi Dakar con la sua Rally Art e preparatore ufficiale di Mitsubishi. Attraverseremo 14 paesi, per un totale di 35 giorni di guida no stop e circa 16mila chilometri. Arriveremo a Parigi il 7 luglio. Attraverseremo il deserto del Gobi, non sarà semplice, ma sapremo divertirci anche in questa occasione: correre sulle strade asfaltate è più facile, puoi utilizzare punti di riferimento, ti senti più sicuro anche rispetto alla tenuta della macchina. Sulle piste del deserto è molto più complicato, dobbiamo fare continue valutazioni su quale percorso sia il migliore per la vettura. Ci alterneremo alla guida, dormiremo in tenda nel deserto, sarà un’esperienza incredibile”.
“I nostri antenati erano rivali nel lavoro, ma amici per la pelle nella vita. Erano sempre insieme e insieme correvano in macchina – spiega Pier Luigi Fontana – Mio padre, Eugenio, soprannominato ‘Pallino’, era un campione, ha vinto tanti titoli importanti. Correva insieme a Tazio Nuvolari e altri validi piloti. Quella per le macchine è una passione di famiglia che ha ampiamente superato il secolo di vita. Sia a me che a Giulio ce l’hanno tramandata i nostri padri, i nostri zii ed è arrivata fino a noi e continua ancora oggi, anche se abbiamo superato da un po’ l’età della ‘adolecenza’. Ma questo conta poco, conta la voglia di fare e di scoprire nuovi limiti”.
Scherzano i due amici, ricordano le avventure passate, portano alto il nome di Lucca e della tradizione motoristica della città, da sempre legata al mondo dell’automobilismo. “Abbiamo cominciato a correre insieme cinque anni fa – aggiunge Giulio Bertolli – Dopo la Pechino-Parigi saremo a settembre al rally dell’Adriatica, che da Trieste attraversa i Balcani fino a Budva nel Montenegro e ritorno a Trieste e ci siamo già iscritti al rally Lima – Capo Horn del 2020, di circa 8800 chilometri”.
A tifare per loro ci sono tanti amici a partire dal presidente dell’Automobile Club di Lucca, Luca Gelli, e il delegato di Aci Arancio, Luca Ciucci, che per l’equipaggio Fontana-Bertolli ha seguito gli aspetti burocratici e amministrativi. “Pier Luigi e Giulio sono la sintesi perfetta dell’automobilismo: passione, tradizione, cultura e coraggio – spiegano -. Sono i testimoni migliori di quell’attaccamento sano che Lucca nel piccolo e l’Italia nel grande hanno nei confronti degli sport motoristici. A testimonianza di questo, sulla loro vettura ci sarà l’adesivo dello stemma storico dell’Aci Lucca”.

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