Giovanissimi B, Semplicioni (Tau): gironi più equi

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Fare gironi “più equi”, in modo da permettere a squadre con preparazione simile di confrontarsi alla pari. E’ quanto chiede Antonello Semplicioni, presidente del Tau Calcio, prendendo spunto da quanto accaduto ieri nella partita di categoria Giovanissimi B fra Tau Calcio e Folgor Marlia, terminata con il clamoroso risultato di 21 a 0. 

“Un risultato – sottolinea Semplicioni – che mi conferma quello che il Tau chiede da tempo: cambiare l’organizzazione dei campionati, fare gironi più equi, permettere a società di preparazione simile di confrontarsi alla pari, in campionati dove società dilettantistiche e professionistiche possano competere insieme. Perché quel 21 a 0 fa male a tutti, è nocivo per tutti. Fa male a chi riceve 21 gol, è evidente. Fa male a chi ne segna 21, perché è un risultato falsato proprio perché nato da una disparità troppo lampante e troppo forte tra le due squadre in campo. Io so che il mio mister ha detto ai ragazzi di trattenersi, di non fare più di due tocchi, di evitare esultanze sui gol. Lo so – rincara -, perché prima di formare giovani calciatori lavoriamo sull’aspetto umano, sul rispetto delle regole, sul rispetto dell’altro. Ma sarebbe giusto se chiedessi ai miei ragazzi di giocare alla meno? Di scendere in campo sapendo di avere di fronte un avversario più debole e quindi di tirare la palla in tribuna ogni volta che arrivano davanti alla porta? Sarebbe un comportamento rispettoso dell’altra squadra, degli altri ragazzi e in generale dello sport? Noi crediamo di no”.
“La Figc chiede a ogni squadra, a inizio campionato, di schierare la miglior formazione disponibile – aggiunge il presidente – perché il campo da gioco va onorato dall’inizio alla fine. Noi lavoriamo tutta la settimana, con tanto di sacrifici dei ragazzi e dei genitori, per valorizzare gli atleti, per tirare fuori il meglio di ognuno di loro, per prepararli e farli sentire importanti, attraverso una struttura tecnica e motoria che stimola il miglioramento del singolo e che si prefigge il raggiungimento di obiettivi chiari per poi arrivare al test della partita e proporgli cosa? Come possiamo poi essere credibili ai loro occhi se sminuiamo noi stessi il campionato in cui li facciamo giocare? Il problema non è delle società, non prendiamoci in giro. Il problema è a monte e riguarda le scelte che sono state fatte. Se vogliamo davvero valorizzare il calcio giovanile dobbiamo dare a ognuno di questi ragazzi, a prescindere dalla società in cui giocano, la possibilità di esprimersi al meglio di loro stessi. Senza ansia da prestazione e senza umiliazioni inutili e dannose. Occorre riformare il campionato e i gironi dei Giovanissimi B, fare abbinamenti più equi e aprire al confronto diretto tra società professionistiche e società dilettantistiche, ma di livello simile, come avviene in altre regioni. Possiamo lavorarci? Io credo di sì. E come Tau Calcio ci mettiamo a disposizione per collaborare al tavolo di lavoro e fare la nostra parte, con un unico forte e chiaro obiettivo in mente: tutelare il calcio giovanile, cioè esaltarlo per quello che è. Un bellissimo percorso di sport, sano agonismo, divertimento, passione e crescita tecnica e personale”.

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