Falsificano le cartelle delle tasse, chiuse le indagini

Avevano trovato il sistema di pagare in forma fortemente ridotta gli importi degli F23, ovvero i modelli con cui vengono versati i tributi per le concessioni del demanio marittimo.

Il sistema era semplice, i gestori pratesi di un ristorante che si trova a Marina di Pietrasanta lungo il viale a mare, nel corso del 2013 e del 2014 quando arrivava il momento di pagare attraverso la banca i modelli F23 presentavano allo sportello una cartella della tasse falsificata in modo esemplare e alla fine riuscivano, secondo le ipotesi degli inquirenti, a risparmiare migliaia di euro. Nel 2013 ad esempio, attraverso la falsificazione dei modelli F23, i due gestori erano riusciti a cavarsela con 18 euro e poco più, anziché gli 818,76 che avrebbero dovuto versare, nel 2014 poi erano riuscita fare anche di meglio, ovvero invece di pagare al demanio marittimo, si tratta di una concessione per un pezzo di spiaggia annesso al ristorante, quasi 1800 euro dovuti, si erano organizzati nuovamente con un modello falsificato e avevano versato al demanio solo 40 euro e qualche centesimo. Il sistema poi, visto che secondo i due soci in affari e parenti funzionava, li aveva indotti a falsificare anche i modelli F24 per pagare una multa di 1400 euro che la polizia municipale di Pietrasanta aveva elevato per un’inadempienza delle normative sui locali. Anche in questo caso la sanzione aveva un valore di quasi 1500 euro e loro con il solito sistema di falsificazione dei modelli avevano pagato poco più di 40 euro. Il sistema fraudolento, stando a quanto appurato dagli uomini della guardia di finanza, è andato avanti per un po’ di tempo e alla fine però dalle casse del demanio qualcuno si era accorto che i conti non tornavano. Inizialmente gli uffici hanno chiesto una verifica e i due hanno presentato la loro cartella della tasse falsificata e pagata. Gli impiegati, infatti, non sono subito riusciti a ricostruire per quale motivo a loro risultava un importo e invece i due avevano una cartella con numeri diversi, se pur pagata. E’ servito l’intervento della fiamme gialle e un po’ attività di indagini per arrivare a capire il raggiro ai danni della pubblica amministrazione messo in piedi dai due, che praticamente invece di falsificare le ricevute, falsificavano direttamente le cartelle della tasse, che poi pagavano con un importo ridotto, credendo di mettersi la riparo dalle esazione del fisco. Ora che si sono concluse le indagini degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Lucia Rugani, sul loro destino giudiziario dovrà decidere il giudice per l’udienza preliminare. Per loro comunque il pubblico ministero ha ipotizzato vari reati: dalla truffa, alla falsità materiale in concorso con l’aggravante rappresentata dal fatto di aver raggirato la pubblica amministrazione.

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