Inaugura a Pietrasanta la mostra di sculture di Roberto Barni

Con inaugurazione domani (26 agosto) dalle 18,30, l’artista pistoiese Roberto Barni presenta il progetto Controversie appositamente pensato per gli spazi della Galleria Poggiali in via Garibaldi e per quelli in via Marconi nei suggestivi spazi dell’ex Fonderia d’arte Luigi Tommasi, a Pietrasanta. La mostra presenta per la prima volta in una galleria le quattro sculture monumentali in bronzo: Atto Muto, Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia controversia che erano state esposte a Venezia in occasione della Biennale nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari e che avevano segnato il ritorno in laguna dell’artista pistoiese dopo le partecipazioni del 1980, 1984 e 1988, anno nel quale proprio all’ingresso del Padiglione Centrale ai Giardini era stata collocata la prima versione di Atto Muto: tre uomini silenti che sorreggono un piano circolare che adesso, in questa ultima apparizione, verrà collocata proprio nello spazio antistante l’Ex Fonderia.

L’opera Capogiri d’oro verrà esposta nella Project Room di via Garibaldi.
In questa scultura tre pedoni sono capovolti in una gabbia semi-conica: viene presentata quella che potremmo chiamare “drammaticità del quotidiano”, una drammaticità che non è frutto di gesti epici in una situazione tragica, ma della drammatica incapacità di governare la cultura materiale a cui abbiamo dato vita e di cui finiamo per essere vittime.
Il punto culminante di questo filone di ricerca è esposto in questa mostra e costituisce un ulteriore momento di riflessione sulla condizione servile in cui si trovano gli uomini. L’allusione del titolo al servomuto, mobile nato nel Settecento e ancora presente in diverse versioni per sostenere, senza l’intervento della servitù, oggetti, abiti o vivande riesce, per contrasto, a rendere palese la circostanza che, anche nell’era dei robot domestici, agli uomini continuano ad essere assegnati i ruoli più umili e alienanti.
Oltre alle tre sculture Continuo, Ho buona memoria e Remar Contro, negli spazi dell’ex-Fonderia troveranno posto opere particolarmente iconografiche della poetica di Roberto Barni.
Quattro uomini, congiunti per i piedi, separati da uno spazio pari ad un angolo retto, percorrono direzioni opposte: si tratta di Camminare in croce. Qui il principale riferimento simbolico sembra essere, non tanto quello religioso della croce vessillo del Cristianesimo, ma l’accentuarsi dello smarrimento di uomini che camminano a piccoli passi in quattro direzioni diametralmente opposte, formando una croce, simbolo ormai secolarizzato di sofferenza. Uomini che, come osserva acutamente Alberto Boatto “hanno cessato di possedere il privilegio di un’individualità, di una fisionomia riconducibile a una persona singola, per presentarsi col profilo assottigliato di un emblema anonimo costantemente affaccendato e in cammino”. Le diverse combinazioni di questi individui archetipici e la loro collocazione in differenti contesti contribuiscono a rendere esplicito lo specifico messaggio di ogni singola opera.
In Doppia controversia, una stele umana in cui la verticalità è accentuata dalla posizione delle braccia aderenti al corpo, sembra di poter leggere il tentativo di emanciparsi collettivamente, pur partendo da posizioni differenti (uomini con il capo alternativamente rivolto verso l’alto e verso il basso). A ciò si oppongono però “controversie” più radicali che “si mettono di traverso” al processo di emancipazione e impediscono la condivisione, indispensabile a tale processo, di almeno qualche visione e qualche obiettivo.

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