Del Ghingaro: “San Cipe promette ma non mantiene”

Pioggia di euro in arrivo dal Cipe, per Lucca e la Garfagnana, ma neanche un euro per la Versilia e in particolare per Viareggio. Il sindaco Giorgio Del Ghingaro, dopo qualche giorno di silenzio, prende la parola e lo fa non senza polemiche. Prima mettendo nel mirino i criteri di assegnazione dei finanziamenti “a certi Comuni”, all’interno di “certi schieramenti”, poi criticando la politica degli annunci a pochi mesi dalle elezioni legislative. “Avete presente – scrive il primo cittadino di Viareggio – quelle precipitazioni atmosferiche concentrate in alcune zone delimitate dei territori? Quelle che ti chiedi perché lì diluvia e a un chilometro c’è il sole? Ecco, una precipitazione di questo genere si sta abbattendo sulla nostra provincia. Ma questa volta il cielo non scarica ettolitri di pioggia, questa volta dall’etere arrivano euro. Euro a catinelle, direbbe un mio amico navigato, euro che strabordano dalle pagine dei giornali e dalle immagini tv. Euro figurativi e immaginifici, euro evocativi e lenitivi, euro ammiccanti e riparatori. Euro di sorrisi e compiacimenti, di ringraziamenti e salamelecchi. Comunque sempre di euro si parla. Quegli euro di cui i territori hanno bisogno, per sistemare le strade, per fare nuove opere, per alleggerire la pesantezza dei bilanci”.

“Ma dicevo in premessa della selettività chirurgica di questa pioggia, che si abbatte salvifica su comuni precisamente individuati sulla cartina geografica, calcolati al millimetro, come se invece che dall’importanza dei progetti proposti, si fosse invece privilegiato l’appartenenza a questo o quello schieramento e ancora più precisamente, dentro quello schieramento, a quella corrente e ancora più precisamente, dentro a quella corrente, a quel collegio – va avanti Del Ghingaro -. Come si fosse usato un microscopio formidabile, dalla precisione millimetrica, andando ad individuare i “sindaci amici”, quelli che hanno dato e che daranno sostegno alla linea voluta, non importa se vincente o perdente. Insomma quasi fosse un festoso regalo natalizio per la vicinanza in vista delle prossime elezioni politiche. Ma naturalmente è solo un’impressione, una valutazione a posteriori troppo maliziosa, perché i regali sono regali e chi li fa deve essere solo ringraziato non certo criticato, ci mancherebbe. Un’altra impressione che sottende la valutazione complessiva è data dal pacco dono: quegli euro di cui parlavo. L’impressione è che il pacco sia sempre lo stesso, quel pacco che gira da decine e decine d’anni e che passa di mano in mano, di comune in comune, da sindaco a sindaco, da progetto a progetto. Il Cipe per la Lucchesia è diventata quasi un’entità metafisica, un’entità alla quale rivolgersi quando si è in difficoltà e si cerca un miracolo. Tipo il San Gennaro delle Mura, il San Francesco della Piana, la Madonna della Valle, la Santa Lucia della Versilia. Ecco noi onoriamo Santo Cipe Incoronato, protettore dell’effimero. Ad ogni elezione che si rispetti, questo nostro amato protettore, si materializza e promette euro, fa sottoscrivere protocolli, fa esultare gli amministratori, fa compiacere onorevoli ministri e parlamentari di ogni schieramento, a fasi alterne. Si propone la merce del denaro, si riceve consenso, esultanza e cori di giubilo. Ripeto: sempre, regolarmente, qualche mese prima di una qualche tornata elettorale arriva il pacco regalo da Roma. Poi però il pacco sparisce, per ritornare in pompa magna alle elezioni successive. In occasione della firma dell’ennesimo protocollo sui contributi alla viabilità in Prefettura, ebbi modo di dire, qualche anno, fa ad un ministro recentemente scomparso, al quale mi legava una buona conoscenza e quindi anche la libertà di dire pubblicamente quello che pensavo: ministro la prossima volta non porti un protocollo, porti un assegno. Lo dissi perché da anni, pochi mesi prima delle elezioni arrivava la promessa di fondi e l’immancabile protocollo d’intesa da firmare in pompa magna, con tanto di telecamere, macchine fotografiche e MontBlanc per la firma. Destra e sinistra, ogni schieramento, quando governa ci regala il candido foglio con sopra scritte cifrone milionarie da osannare e certificare. Solo un’impressione? Sarà, ma da trent’anni quei milioni, prima di lire, ora di euro, girano sui tavoli, aprono di gioia le bocche, vengono esaltati dai media. Poi a un certo punto tac, svaniscono, si dissolvono, periscono. Fino a resuscitare magicamente quando c’è odore di campagne elettorali. Ma sono solo impressioni dicevo, quelle impressioni che per Natale non si dovrebbero avere, perché, per consuetudine, siamo tutti più buoni. Intanto ragazzi allertiamoci: indossiamo calosce e cerate, per ripararci dal diluvio di euro che si abbatterà su di noi e allieterà le Feste di noi tapini e dei nostri bambini. Quei bambini di oggi che, adulti e vecchi domani, probabilmente, se niente cambia, riconosceranno quegli stessi euro promessi anni e anni prima, riproposti ad ogni tornata elettorale che si rispetti in lucchesia. Tu chiamale, se vuoi, impressioni”.

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