Cave di marmo e beni estimati, Mallegni (FI) scrive a Di Maio e Salvini

Cave di marmo e beni estimati. La risoluzione approvata dal consiglio regionale, senza i voti di Forza Italia, finisce sul tavolo del ministero del lavoro e dello sviluppo economico e su quello degli affari regionali e le autonomie. A portare “lo scippo” alle imprese del lapideo, così lo aveva definiti giorni fa all’indomani dell’approvazione della risoluzione sui beni estimati, ossia le cave di marmo il cui regime giuridico è stabilito da un editto del 1751 della duchessa Maria Teresa Cybo Malaspina, all’attenzione dei ministri Di Maio e Stefani, è il senatore e vice presidente del gruppo dei forzisti, Massimo Mallegni.

Nell’interrogazione, protocollata negli scorsi giorni, Mallegni ha chiesto se i due ministeri di intervenire convocando un tavolo di confronto con le parti interessate anche alla luce delle risoluzioni, una delle quali presentata da Gasparri, che impegnano il governo ad adoperarsi per escludere le concessioni demaniali dall’applicazione della direttiva Bolkestein, approvata dall’assemblea del senato il 27 giugno 2018, al termine della comunicazioni rese dal presidente del consiglio dei ministri.
“Occorre – spiega Mallegni nella premessa – profondere ogni sforzo per sostenere chi ha investito la propria vita in attività che non possono essere messe a rischio a causa della superficialità e della confusione provocata dal legislatore italiano negli ultimi anni”.

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