Mancato rinnovo comitato Asbuc Montagna di Seravezza, Tarabella si affida alla Regione

Il sindaco di Seravezza Riccardo Tarabella ha scritto alla Regione Toscana annunciando l’impossibilità per l’Asbuc Montagna di Seravezza di dotarsi di un nuovo organismo dirigente dopo le dimissioni, nel marzo scorso, del direttivo in carica.
“Si deve con rammarico comunicare che le elezioni tenutesi in data 1 luglio non hanno portato al rinnovo del Comitato di amministrazione Asbuc per mancanza tra gli eletti di persone disponibili ad accettare l’incarico”, si legge nella comunicazione ufficiale che il primo cittadino ha inviato nei giorni scorsi al presidente Enrico Rossi, all’assessore regionale agli usi civici Marco Remaschi e al suo ufficio di riferimento nonché all’avvocatura della Regione Toscana. 

Nella sua qualità di soggetto gestore Asbuc – funzione assunta il 10 aprile scorso dopo le dimissioni in blocco del direttivo – il Comune di Seravezza, a quanto si legge da un comunicato, ha espletato nell’arco degli ultimi cinquanta giorni e in quattro diverse riunioni tutti i necessari passaggi per verificare la possibilità di giungere alla costituzione del nuovo consiglio di amministrazione. Prendendo atto dell’immediata rinuncia all’incarico da parte dei cinque utenti più votati nelle consultazioni del 1 luglio, il Comune, si legge ancora nella nota, “ha convocato in successione tutti gli altri utenti risultati eletti, in ordine di elezione e fino ad esaurimento della lista: tutti i convocati hanno rassegnato le dimissioni. Soltanto due di essi hanno manifestato la disponibilità ad accettare l’incarico, numero però non sufficiente nemmeno ad integrare il nuovo direttivo nella maggioranza dei componenti previsti (tre su cinque)”. Sarà adesso la Regione Toscana a decidere modalità e tempi dei prossimi passaggi formali. Da Roma, intanto, come si legge dalla nota del Comune, “ancora nessuna comunicazione riguardo alla causa che vede contrapposti Asbuc, Comune e società Henraux sui confini tra le proprietà private e quelle del demanio collettivo. Nell’ultima udienza del 9 maggio scorso il Commissario per la liquidazione degli usi civici, preso atto del mancato accordo tra le parti, aveva deciso di trattenere in decisione la causa concedendo alle parti sessanta giorni di tempo per le memorie conclusive e venti giorni per le repliche. Le tempistiche indicate – conclude la nota – lasciavano immaginare che la sentenza potesse arrivare entro il mese di luglio”.

 

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