Stabilimenti balneari, Cna: “Controlli e cambio orari di apertura”

Ma il gruppo incalza: "Impossibile controllare tutti. Fondamentale il senso civico"

E’ un documento complesso, composto da 16 punti che cercano di comprendere le esigenze di sicurezza e salute con quelle economiche della ripresa delle attività per la prossima stagione estiva, quello che la Cna balneari ha stilato insieme agli stabilimenti balneari della Versilia. Si tratta di linee guida per il nostro territorio che puntualizzano i principi del codice di autoregolamentazione stabilito a livello nazionale.

Una sintesi che cerca di trovare un punto di compromesso fra le direttive nazionali per il settore e quello che sperano sarà il margine di contrattazione con i singoli territori e le loro specificità.

I diversi punti riguardano tutti i diversi aspetti dell’attività quotidiana degli stabilimenti balneari versiliesi, ma tendono – più che a determinare regole – ad indicare criteri di comportamento atti alla salvaguardia della salute e che, però, permettano anche alla imprese di lavorare con la maggiore tranquillità possibile.

Alcuni degli argomenti sono stati concordati anche con la Capitaneria di porto, come la richiesta di vietare la balneazione in caso di mare mosso. Altri chiedono la riduzione del tempo di sorveglianza dalle 10 alle 18 per avere più personale a disposizione per le attività di sanificazione degli ambienti.

“Chiederemo anche che possa essere valutata la possibilità che alcuni stabilimenti non aprano per questa stagione – ha spiegato Andrea Giannecchini, presidente provinciale Cna Lucca – perché non sono in grado, logisticamente o economicamente, di garantire gli standard minimi richiesti. In questo caso chiederemo agli enti preposti di confermare la non decadenza delle concessioni”.

“Le imprese sono ad un bivio – conferma Cristiano Tomei, responsabile nazionale Cna balneatori – e devono decidere cosa fare di questa prossima stagione che, nella migliore delle ipotesi, sarà difficilissima. Il governo deve metterle in condizione di lavorare nel pieno rispetto della salute dei clienti, ma anche dei proprietari e dei lavoratori”.

Fra le altre richieste della Cna c’è anche la possibilità di ridurre l’orario di apertura dei bagni e di non considerare gli stabilimenti come varchi pubblici per arrivare al mare.

Non possono chiederci di controllare tutte le persone che passano dal bagno – continua Lorenzo Marchetti, responsabile regionale Cna balneatori – così come sarà impossibile valutare l’ipotesi di registrare le presenze dei clienti al loro arrivo”.

Fra le istanze più sentite dei balneatori versiliesi c’è la possibilità di aprire le piscine (oltre 160 in tutto il litorale) visto che nell’acqua è presente il cloro e l’ambiente ristretto permette un controllo adeguato.

“Stiamo valutando la possibilità di tenere chiuse le aree giochi e alcune parti in comune – spiega Marchetti – ma le piscine e la parte della ristorazione può essere controllata con sicurezza. Per quest’ultima, potrebbe essere rivalutata anche la possibilità di fare il servizio alle tende o agli ombrelloni, in modo da evitare affollamenti nelle aree ristoro”.

Ma il punto fondamentale rimane la distanza interpersonale che la Cna balneatori chiede sia il principio cardine per la permanenza nei bagni. “Diversificare i percorsi, delimitare gli stabilimenti, evitare gli accessi non controllati – spiega ancora Marchetti – ma all’interno del bagno deve essere fondamentale un comportamento singolo ispirato all’educazione e al senso civico, più che alla distanza dei pali degli ombrelloni (tre metri) o fra le file (3,5 metri)”.

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