Aumentano gli accessi al pronto soccorso, appello a rispettare le regole

Il primario ricorda alcune delle disposizioni per la sicurezza contro il contagio da coronavirus

L’emergenza Covid non è finita ed è necessario continuare a prestare grande attenzione ed a rispettare le regole, per non vanificare gli sforzi ed i sacrifici compiuti nelle settimane precedenti.

E’ il messaggio che arriva in particolare dalla Versilia, dove negli ultimi giorni è stato individuato un cluster familiare composto da cittadini di origine bengalese residenti a Viareggio.

A far emergere in tempi rapidi questa situazione a rischio è stato sicuramente anche l’elevato livello di “allarme” ancora presente tra gli operatori sanitari del pronto soccorso del Versilia, che hanno gestito il primo caso, prima che l’Igiene e sanità pubblica si occupasse di isolare il focolaio cluster e di mettere in atto tutte le azioni in grado di contrastare la diffusione del contagio.

“I numeri della pandemia Covid – conferma il direttore del pronto soccorso del Versilia Giuseppe Pepe – sono incoraggianti, sia in ambito nazionale che a livello locale, ma non si può e non si deve abbassare la guardia, come ha dimostrato l’individuazione dei 10 casi di Viareggio, che hanno interrotto la scia positiva di giorni senza nuovi contagi. Il nostro è un ospedale no Covid, nel senso che non è previsto che vi siano ricoverati contagiati dal coronavirus, ma al pronto soccorso è sempre operativa l’area Covid, in cui vengono presi in carico e valutati tutti i pazienti che si presentano spontaneamente o tramite 118 per febbre o sintomi respiratori sospetti. Il percorso si svolge all’interno di aree di isolamento ben delimitate e con adeguati presidi di protezione individuale ed il livello di allarme rimane alto, almeno fino alla negatività del test tampone. Questa area Covid, flessibile in base agli arrivi, ha accolto dalla fine del lockdown circa 30 ammalati al giorno, che fino alla negatività del tampone rimangono sospetti e pertanto separati dagli altri. Questa distinzione ha tuttavia compresso gli spazi dedicati ai percorsi No Covid, cioè a disposizione per accogliere tutti gli altri utenti con patologie non sospette. Con il crescente aumento degli acessi in pronto soccorso (dal 1 al 6 luglio sono già stati circa mille) medici, infermieri ed operatori socio sanitari (Oss) hanno dovuto assorbire l’impatto anche di accessi impropri, pur rimanendo sempre concentrati, tenendo separati i percorsi pulito e sporco e continuando tra l’altro ad indossare le pesanti tute, i caschi e le maschere protettive: siamo tutti molto stanchi ma determinati a mantenere un livello di servizio che è stato di esempio in Toscana durante la fase 1”.

Queste precauzioni non devono generare paura negli utenti né rappresentare un ostacolo per chi deve presentarsi in Pronto Soccorso, laddove ci sia un motivo giustificato per farlo, vale a dire una sintomatologia ad insorgenza improvvisa per la quale il medico di medicina generale o il 118 ritenga opportuna la valutazione urgente in PS, quindi in presenza di un reale pericolo di vita, come quando c’è un sospetto di ictus cerebrale, di infarto cardiaco, di grave trauma invalidante e via dicendo:

“La nostra struttura – prosegue Pepe –  ha sempre fornito una risposta ad ogni esigenza sanitaria,  anche quelle non urgenti, e sarà sempre accogliente nei confronti di tutti coloro che utilizzeranno questo servizio con rispetto e pazienza, così come avvenuto durante la fase 1 del Covid-19. In Versilia, infatti, la popolazione è stata ammirevole perché ha seguito tutte le indicazioni delle ordinanze regionali e comunali e tutti noi abbiamo apprezzato questo comportamento rispettoso, educato e riconoscente del lavoro svolto sulle persone in grave pericolo di vita, Covid e No Covid. Inoltre, è ormai noto che a seguito del decreto del presidente del consiglio (Dpcm) del 4 marzo è stato necessario vietare la permanenza degli accompagnatori nelle sale d’attesa. Questo determina lo stazionamento di parenti all’esterno della struttura, ma il nostro invito è sempre quello di rientrare al proprio domicilio e magari utilizzare le modalità di comunicazione (telefonia, videochiamate) disponibili e sperimentate efficacemente durante la fase 1 del Covid-19. Bisogna insomma essere pazienti e continuare ad avere fiducia nei sanitari, esattamente come nei mesi terribili di marzo ed aprile, in cui il solo ospedale Versilia ed il suo Pronto Soccorso hanno curato circa 400 contagiati. Ci aspettiamo che tutta la comunità versiliese nei prossimi mesi si stringa nuovamente intorno al suo Pronto Soccorso e che i turisti prendano esempio dal comportamento esemplare dei residenti e si adeguino”.

In conclusione il dottor Pepe formula anche una serie di raccomandazioni per i cittadini, adeguate al periodo attuale: presentarsi in Ps per le vere urgenze, e dopo aver consultato il proprio medico o il 118; adeguarsi al triage ed alla sua valutazione per complessità di cura, che prevede trattamento prioritario  per chi è più grave e non per chi arriva prima; convincersi che in PS si attende non tanto tra l’arrivo ed il primo contatto medico ma, nei periodi di maggiore affluenza, dopo la visita medica e l’attesa è legata alla naturale tempistica degli accertamenti (esami ematici, strumentali, consulenze ect); seguire tutte le norme di contrasto e diffusione del Coronavirus (mascherina, gel igienizzante etc); comunicare al personale del check point all’ingresso del Pronto Soccorso il recapito telefonico, che i sanitari potranno utilizzare in caso di comunicazioni importanti con parenti e accompagnatori che saranno invitati a tornare a casa; non sostare all’esterno della struttura.

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