Casa delle donne non più in vendita, Pacilio (Attiva Viareggio): “Meglio tardi che mai”

La candidata ex Cinque Stelle: "Scarso interesse per l'attività in questi anni di mandato, ora lo slogan pre elettorale"

Casa delle donne, interviene anche Annamaria Pacilio, ex consigliera del Movimento Cinque Stelle candidata per Attiva Viareggio, lista civica a sostegno della candidata Barbara Paci.

“Meglio tardi che mai – dice – Il sindaco ci ripensa e dice di voler togliere la Casa delle Donne dal piano delle alienazioni. Siamo contenti che il primo cittadino sia stato colto sulla strada delle elezioni da un ravvedimento pre elettorale. Ma non vorremmo che fosse uno dei soliti slogan per fare solo un po’ di scena (e riguadagnare consensi). Perchè effettivamente fino ad oggi Del Ghingaro ha dimostrato ben poca attenzione per questo ente che si occupa di dare supporto  alle donne maltrattate”.

“Fino a ieri infatti niente era stato fatto – prosegue – se non mandare una lettera di sfratto all’indirizzo di chi ogni giorno è in prima linea a difendere le donne oggetto di violenza. Noi di Attiva Viareggio vogliamo che la Casa delle Donne continui a poter svolgere il suo importante lavoro che va agevolato e sostenuto e non sminuito e sabotato come ha fatto fino all’altro giorno chi non vedeva l’ora di far sloggiare l’associazione e faceva ben poco per nascondere la propria stizza verso coloro che osavano frapporsi alla realizzazione  dei favolosi piani dell’amministrazione, con ben altre mire per quello stabile”.

“Basta dire che della Casa delle donne e dei suoi preziosi servizi messi gratuitamente a disposizione della collettività non si fa neppure cenno nella pubblicazione dedicata alla città di Viareggio, il cospicuo volumetto pagato dai viareggini, recentemente sfornato dalla fabbrica del consenso del sindaco che in verità raccoglie sotto non troppo mentite spoglie tutte le gesta condotte sotto il pontificato di Del Ghingaro. L’unico sindaco della Versilia che in periodo Covid per partito preso mai ha menzionato i numeri da contattare e la possibilità di rivolgersi al servizio per quelle donne che, in quel particolare momento di isolamento e permanenza forzata tra le pareti domestiche con chi le maltrattava, potevano aver bisogno di aiuto. Aiuto di cui oggi c’è necessità anche per ristrutturare l’edificio che mostra tutti i segni dell’età: pensare che con i soldi di quella pubblicazione magari si poteva rifare il tetto…”.

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