Scuola, lettera aperta dallo Scientifico di Viareggio: “Si sta sacrificando la didattica in presenza”

La professoressa firmataria della missiva: "Si sta irresponsabilmente provocando una catastrofe generazionale di cui tutti pagheremo le conseguenze nefaste"

La protesta sulla scuola, e sulla gestione, sale anche a Viareggio.

Una lettera aperta, sul problema, è stata scritta da un’insegnante del liceo scientifico Barsanti e Matteucci di Viareggio, la professoressa di storia e filosofia Angela Giovanna Palermo, e da vari colleghi.

“È difficile esprimere a parole l’amarezza che provo, insieme a tanti altri insegnanti, nell’assistere impotente alla violenza sciagurata a cui da decenni viene condannata la scuola pubblica, unica scialuppa di salvataggio per tantissimi giovani e porto sicuro di un’intera nazione. La tanto decantata centralità della scuola non solo viene svilita da decenni di politiche neoliberali, ma viene usata come baluardo propagandistico e ideologico, oggi come nel passato – si legge nella missiva –  La situazione della scuola da mesi appare tanto più grave perchè legata a una terribile pandemia che sta mostrando le ferite profonde e sanguinanti del sistema scolastico e sanitario. Si sta sacrificando, più di tutti, il settore della scuola che non è dad ma didattica in presenza, relazione, emotività, studio a casa, in nome del profitto. Si sta irresponsabilmente provocando una catastrofe generazionale di cui tutti pagheremo le conseguenze nefaste”.

“Come docente di una scuola superiore – aggiunge l’insegnante – lancio un appello accorato e nient’affatto polemico alla ministra, affinché davvero si lavori perchè si diano le condizioni per tornare a scuola, almeno in parte, in presenza e in totale sicurezza; affinché si garantisca ai nostri giovani allievi la continuità didattica. Si colga questa occasione tragica per far ripartire la scuola, per gettare nuove fondamenta su cui lavorare.La politica ce lo deve, lo deve si nostri ragazzi”.

“È arrivato il momento limite in cui il Governo deve mostrare di stare compiendo dei passi in questa direzione – conclude – Noi insegnanti siamo disposti a collaborare. Invito tutti i miei colleghi docenti e gli alunni a unirsi a me per una manifestazione di piazza, per una protesta simbolica, per una petizione. Facciamo sentire il grido disperato della scuola! Non rendiamoci complici di questo crimine!

 

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