Caso Crea, Tomei: “Io rispetto le leggi e non faccio sconti a nessuno”

L'ex assessore sul bando: "Sull’esito della gara non ho motivo alcuno di ritenere scorrette le procedure amministrative che sono state espletate"

Caso Crea, interviene Gabriele Tomei, attuale consigliere di maggioranza e ex assessore al Sociale a Viareggio.

Due cose ci si può fidare sicuramente di me: rispetto le leggi e non faccio sconti a nessuno – spiega –   Alla cooperativa sociale Crea di Viareggio non ho fatto il servizio civile (quel servizio lo ho svolto presso l’associazione Arca sotto la direzione del prete operaio e amico don Beppe Socci, socio Crea) ma in passato lì ho lavorato come operatore sociale e ne sono diventato socio per quasi tre anni“.

“Di Crea – aggiunge –  ho conosciuto e ammirato l’umanità e la competenza di molti operatori e di molte operatrici; ho seguito con passione l’evoluzione dei servizi offerti; ho mantenuto contatti con diversi dirigenti, lavoratori, utenti e familiari. Di quell’esperienza custodisco una memoria cara che tuttora rappresenta uno dei riferimenti centrali nel mio percorso professionale.  Per questo motivo rimango senza parole di fronte alle dichiarazioni che dirigenti, ex dirigenti e familiari di Crea stanno giorno dopo giorno facendo uscire sui social e sulla stampa con riferimento agli esiti della procedura di gara per il rinnovo da parte del Comune di Viareggio del servizio di accoglienza residenziale e semiresidenziale per minori e che la cooperativa Crea ha perso”.

“E mi addolora – proesgue – leggere le parole di un genitore che si dichiara ferito dal fatto che il bando per la Comunità alloggio l’ha voluto chi è stato nella Crea, perché l’assessore Gabriele Tomei alla cooperativa ha fatto il servizio civile. Ed in lui avevamo fiducia”.

“Lo dico in modo chiaro e duro – sottolinea  -, se in questi anni qualcuno in Crea ha pensato di poter interpretare il legame di stima e di affetto che mi lega a quell’esperienza come una garanzia mafiosa a tutela degli interessi particolari di quell’impresa, non solo ha preso un abbaglio ma non mi ha mai conosciuto davvero. Rivendico con forza la decisione (che assunsi in qualità di assessore) di procedere ad un bando pubblico per l’affidamento del servizio, dopo 4 anni di gestione convenzionata i cui criteri furono stabiliti dal Commissario prefettizio all’indomani della dichiarazione di dissesto economico del Comune e nella quale l’ente pubblico si era limitato ad ‘affittare’ alla cooperativa l’immobile di Via della Gronda. Allo scadere dei termini insieme agli uffici competenti abbiamo deciso di fare un nuovo ed importante investimento in quel servizio e di rilanciarlo dedicandogli finalmente un budget adeguato (oltre 1 milione di euro) e prevedendo un nuovo modello organizzativo e la realizzazione di nuovi servizi accessori (ad esempio l’apertura del centro diurno per minori).  Per la messa a terra di questa strategia, il bando non è solamente la strada maestra indicata dal codice degli appalti  ma è anche quella procedura che meglio tutela gli interessi dei beneficiari dal momento che favorisce la più ampia e trasparente competizione tra i possibili fornitori e consente all’ente pubblico di scegliere la proposta al tempo stesso migliore (in qualità) e più efficiente (dal punto di vista del costo)”.

“So bene che l’attuale dirigenza Crea non ha mai condiviso questa mia scelta – conclude -, in più di un’occasione (anche pubblica) mi ha invitato a procedere al rinnovo della convenzione mediante affidamento diretto, invocando principi di esperienza, continuità e radicamento territoriale. Ma gli affidamenti di servizio, anche quelli diretti, non possono essere una delega in bianco a difesa della rendita di posizione e le procedure di evidenza pubblica previste anche nelle tanto sbandierate (ma forse mai veramente approfondite) co-progettazioni non sono dei ‘bomba liberi tutti’ dai vincoli della trasparenza e della pari opportunità tra concorrenti interessati. Non si può pensare che una gara pubblica sia (a seconda dei casi) un giudizio di dio che premia gli eroi o una macchinazione diabolica contro i perdenti: tra le due, è più serio prendere atto che i bandi sono procedure tecniche attraverso le quali si misura amministrativamente la qualità e l’efficienza dei concorrenti. Dopodiché si brinda se si è vinto o ci si guarda allo specchio per migliorare se si è perso. Sull’esito della gara quindi non mi esprimo, dal momento che non ho motivo alcuno di ritenere scorrette le procedure amministrative che sono state espletate. Il nostro ordinamento in ogni caso consente a chi ne abbia legittimo interesse di accedere agli atti per approfondirli ed eventualmente ricorrere in via amministrativa.  Saluto invece gli operatori e le operatrici sociali che si apprestano ad avviare questo importante servizio. Molti di loro già lavoravano nella comunità con Crea e lì sono rimasti grazie agli accordi di solidarietà che noi abbiamo inserito nella convenzione. Li e le ringrazio di cuore per la passione e per l’entusiasmo che so che riusciranno a mettere in questa rinnovata avventura, che abbiamo voluto arricchita e riqualificata nel budget e nelle ambizioni”.

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