Autismo, lettera degli operatori della salute mentale ai pazienti e ai loro familiari

La missiva: "Il coronavirus non ci impedirà di proseguire la nostra battaglia"

In occasione della giornata mondiale per la consapevolezza e la sensibilizzazione sull’autismo, che riccorre il 2 aprile di ogni anno, gli operatori del servizio di salute mentale dell’infanzia ed adolescenza (Ufsmia) della zona Versilia si rivolgono a tutti i pazienti, a tutti i loro familiari e a tutti gli operatori impegnati sul tema dell’autismo, attraverso una lettera aperta.

“Anche quest’anno la giornata mondiale per la consapevolezza e la sensibilizzazione sull’autismo ci coglie ancora alle prese con la pandemia da coronavirus che ha limitato tante nostre libertà, ma soprattutto che ci impedisce di stare insieme, di stare nella relazione interpersonale, di stare nella relazione terapeutica” si legge nella lettera.

“Da un anno a questa parte, tutti sperimentiamo vissuti quali l’isolamento sociale, il distanziamento fisico, l’incertezza per il futuro, il timore delle decisioni sbagliate, il farci domande in attesa di risposte. Volendo cogliere alcuni aspetti positivi di questa condizione insolita, sicuramente potremmo dire che questa esperienza di isolamento ci ha fatti sentire vicini più che mai ai bambini e ai ragazzi autistici e alle loro famiglie che sperimentano ogni giorno sulla pelle tutto ciò. Crediamo che questo sentimento debba essere condiviso e debba essere trasformato in un punto di forza che permetta alle famiglie di sentirisi meno sole e agli operatori sanitari di fare al meglio il loro lavoro”.

“Anche quest’anno – si spiega nella lettera -, per il secondo anno consecutivo, non possiamo progettere e trascorrrere insieme ai bambini, genitori, insegnanti, operatori sanitari e chiunque avesse voluto, il Blue Day. Per ora il coronavirus è ancora troppo forte e continua a limitare le nostre libertà, ma non riesce a limitare i nostri pensieri e non ci impedirà di lanciare e condividere il nostro messaggio, perchè l’autismo non deve essere isolamento, l’autismo non deve essere esclusione, l’autismo non deve essere solitudine”.

“Nella prima fase della pandemia e grazie all’ausilio di tecnologie informatiche, il nostro servizio è riuscito a mantenere un contatto diretto con gli utenti senza bisogno che lasciassero la loro abitazione. Da alcuni mesi il servizio ha ripreso le visite in presenza, in assoluta osservanza di tutte le regole anticovid, che hanno permesso di garantire la sicurezza dei pazienti e delle loro famiglie. Tuttavia, a causa delle misure contenitive del virus, diverse sono le attività interrotte e altre più innovative in attesa di cominciare”.

“Speriamo vivamente – si legge nella lettera – di poter riprendere al più presto quanto del nostro lavoro è rimasto sospeso negli ultimi mesi, impegnandoci nell’innovazione dei percorsi di diagnosi precoce e nella creazione di una rete sanitaria e sociale sempre più efficace, mirata all’implementazione di progetti ed attività rivolti ai minori affetti da disturbi dello spettro autistico”.

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