Morto a Pietrasanta lo scultore danese Jørgen Haugen Sørensen

Aveva 87 anni e dal 1973 viveva in Versilia

E’ morto a Pietrasanta, dove viveva dal 1973, Jørgen Haugen Sørensen. E’ stato uno dei più importanti artisti del nostro tempo, il più grande scultore danese. Aveva 87 anni. A darne notizia è stata la moglie, la scultrice Eli Benveniste. La sua ultima grande mostra personale a Pietrasanta risale al 2017. Una delle sue opere, The Crowd – La Folla, che ha dato il titolo anche alla mostra, è stata donata dall’artista alla città. Si trova in Piazza Crispi. Il bozzetto dell’opera The angular ones carry, The Smooth ones Slide (1984) destinata al Comune di Copenaghen si trova nel Museo dei Bozzetti. Nel 2016 aveva ricevuto il prestigioso premio del Circolo Fratelli Rosselli. “Ci lascia uno straordinario artista ed ambasciatore della scultura contemporanea che aveva scelto la nostra città, negli anni ’70, per vivere e lavorare. – racconta il sindaco di Pietrasanta, Alberto Stefano Giovannetti – La sua arte, così come la sua vita, hanno camminato fianco a fianco di questa terra, dei suoi laboratori, dei suoi artigiani. Sørensen fa parte di quella colonia di scultori che hanno reso Pietrasanta conosciuta in tutto il mondo come centro culturale, luogo d’arte e di suggestione. A nome dell’amministrazione e della città le più sincere condoglianze alla moglie, ai figli e ai suoi familiari”.

L’annuncio è stato dato dal gallerista Asger B. Nielsen della Hans Alf Gallery: “E’ con enorme tristezza che vi informo che Jørgen Haugen Sørensen è morto. Jørgen, senza nessun dubbio, è stato il più grande scultore della sua generazione – e, tranne per che Thorvaldsen, probabilmente uno dei più grandi che la Danimarca abbia mai promosso. Jørgen era selvaggio, senza compromessi, intelligente, testardo e con il coraggio di un leone. Jørgen era l’incarnazione della storia dell’arte del Dopoguerra, una quasi incomprensibile condensazione umana di vita vissuta, storie, esperienza, impressioni e saggezza. Jørgen poteva essere profondo, compassionato e gentile. Jørgen poteva essere impietoso, inflessibile e cocciuto. Perché Jørgen era un essere umano, un esemplare grande e versatile, che conteneva molteplici aspetti. L’ultimo libro sull’opera di Jørgen non è ancora stato scritto. Come la sua personalità, era idiosincratico e complesso ed immune ad etichette. Jørgen era un campione della forma; le sue mani erano capaci di fare cose, che si possono pensare impossibili. E sempre con una parvenza di non porvi sforzo, che neanche in un’intera vita dedicata alla pratica lo si potrebbe attribuire ad una persona. L’abilità di Jørgen non era il risultato del solo duro lavoro, ma si basava anche su di una virtuosità intrinseca, un’insita comprensione della materia, che i comuni mortali possono solo sognarsi. Ma, nonostante ciò, Jørgen è morto, e ci ha lasciato qui, e i nostri pensieri sono con la sua famiglia, con la sua amata Eli, i suoi figli ed i loro figli – e con tutte le persone, che lui ha toccato durante la sua vita, di cui molti sono diventati suoi amici. Ma Jørgen è anche ancora qui, e Jørgen continuerà ad esserci. Se non in carne ed ossa, allora con la sua arte, che ancora torreggia su piazze e parchi, in spazi sia pubblici che privati ed in musei in tutta la Danimarca ed indubbiamente nel resto del mondo. Perché Jørgen era un uomo del mondo, un cosmopolita delle Arti Visive, che ha lasciato segni permanenti sul suolo. Ci mancherai, Jørgen”.

Jørgen Haugen Sørensen

La sua vita e l’arte.
Nel 1949 frequenta da autodidatta la Scuola d’Arte Applicata di Copenhagen. Nel 1951 prende parte alla collettiva Arte Moderna Danese a Copenhagen e a Gentofte, nel 1956 aderisce al gruppo “Les Decembristes” e nel 1957 presenta la prima personale alla Galleria Athenaeum di Copenhagen. Nel 1958 partecipa alla XXIX Biennale di Venezia. Grazie ad alcune borse di studio, fra il 1960 e il ’70 compie viaggi di studio e lavoro in Francia, Italia, Spagna e Germania, proseguendo nel frattempo l’attività espositiva.

Nel 1973 arriva in Versilia dove inizia a lavorare allo Studio Sem. Nel frattempo la sua compagna, Jette Muhlendorph, inizia a collezionare modelli e lavori dei principali artisti attivi nella città di Pietrasanta fondando, nel 1984, il Museo dei Bozzetti con sede nel complesso di S. Agostino. Continua a realizzare le sue opere anche presso i Laboratori Bottega Versiliese, Emilio Buratti, Umberto Togni, Francesco Benedetto, il laboratorio di formatura Alessandro Petrucci,e le Fonderie Artistica Versiliese, Da Prato e Mariani.

(Foto di Simon Lautrop tratta dal sito personale dell’artista)

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