Viareggio capitale italiana della cultura 2024, ok l’audizione con il ministero della cultura video

In diretta dalla Cittadella del Carnevale il sindaco Giorgio Del Ghingaro, l'assessora Mei e i consulenti scientifici: in ballo un budget da 135 milioni di euro

Viareggio capitale italiana della cultura 2024, si può fare. L’audizione, andata in onda anche in diretta sul canale Youtube del ministero della cultura, che si è tenuta questa mattina (4 marzo) è stata davvero un successo per la città, per la sua amministrazione e per il team che in questi mesi ha alacremente lavorato per il raggiungimento dell’obiettivo.

Viareggio capitale italiana della cultura 2024

Si è trattato di un vero e proprio esame al dossier della candidatura e ai suoi proponenti. La giuria, presieduta dalla dottoressa Silvia Calandrelli, ha voluto sapere di più sulle proposte culturali e sulla loro copertura economica.

A rispondere il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, il consulente scientifico, Alessandro Amadori, il professor Luigi Ficacci, storico dell’arte ed ex Soprintendente di Lucca e l’assessora alla cultura Sandra Mei, collegati da un hangar della Cittadella del Carnevale.

La cultura si sente, questo il payoff della candidatura, che ha voluto mettere al centro il logos, la parola, e anche il suono, di una città in cui la cultura si respira dal mare al monte, passando per i suoi luoghi storici, per le pinete, per il lungomare e per i bagni della passeggiata e della darsena.

Una proposta, quella di Viareggio, che mette in campo un progetto da 135 milioni di euro, 50 dei quali garantiti da un Comune uscito dal dissesto dopo anni di difficoltà.

“Fra i tanti linguaggi – ha spiegato alla giuria il sindaco Giorgio Del Ghingaro – abbiamo scelto quello dei suoni. Viareggio è la città della contaminazione e degli opposti. E vogliamo che ai suini della tradizione si aggiungano quelli dell’innovazione. Vogliamo far emergere Viareggio da città della villeggiatura a modello della città delle esperienze. Una volta che abbiamo risanato il dissesto, dopo la riqualificazione vogliamo cambiare il modo di approcciarsi alla conoscenza di Viareggio, utilizzando il termine cultura nella più ampia accezione possibile. Noi vorremmo che ci fosse un riposizionamento della città e lo facciamo grazie a concretezza e programmazione impegnando, fra l’altro, 83 milioni di euro nei prossimi tre anni per la riqualificazione e il riammodernamento della città e 12 milioni per le vere e proprie iniziative culturali. Un progetto che ci garantirà un ritorno di Pil nel 2026 di 50 milioni di euro”.
A gestire i progetti ci sarà un comitato organizzatore, affiancato da un comitato scientifico che dovranno fare in modo che, dal punto di vista della cultura e della identificabilità di Viareggio si vada oltre la nautica, oltre il Carnevale, il Festival Pucciniano e il Premio Viareggio Répaci.

Sono sette, come ha spiegato Amadori, i pilastri della progettualità verso Viareggio capitale italiana della cultura: arti visive, monumenti, musica, suono e vibrazione, tecnologia, rapporto uomo natura e cultura, vita cittadina e tessuto urbano.

Oltre ai fondi del Comune e a quelli che arriverebbero dal ministero a contribuire all’importante budget del progetto, superiore a quello di tutte le altre città in lizza, anche fondazioni e società partecipate dal Comune: “La cifra dei 135 milioni di budget complessivo – ha ribadito il sindaco Giorgio Del Ghingaro – è proiettata in tre anni. Dopo che la città è uscita dal dissesto, siamo costretti a destinare parte del bilancio a investimenti e in particolare 50 milioni di euro che abbiamo in tesoreria e ulteriori 10 milioni l’anno. Abbiamo inserito nel progetto anche i fondi per i progetti Pinqua, circa 40 milioni, a cui poi si aggiungono le cifre di fondazioni e società partecipate”.

Il progetto prevede anche l’apporto di privati e sponsor. Per il rapporto pubblico-privato è stata stabilita la cornice giuridica entro cui inserire l’apporto delle aziende. Gli sponsor, invece, gran parte dei quali del settore della nautica finanzieranno l’inserimento in ogni opera pubblica di nuova costruzione un elemento artistico di un artista contemporaneo.

Un’ora di esposizione che alla fine strappa anche qualche complimento ai giurati. Un buon viatico, insomma, per l’ultimo step di selezione. Per una città che ora sogna di diventare capitale per un anno della cultura italiana, nel nome e nel segno, fra gli altri di Giacomo Puccini, di Moses Levy e di Lorenzo Viani. Ma anche grazie a una città che vive e respira cultura. Perché la cultura, a Viareggio, si sente.

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