Palloncini gialloblu e un messaggio dall’Ucraina: tutta la Versilia in marcia per la pace foto

Tanti gli interventi sul sagrato del duomo di Pietrasanta, dal sindaco Giovannetti a don Stefano D'Altri

Il municipio e il teatro comunale Cesare Galeotti di Pietrasanta illuminati di giallo e azzurro. Una scia silenziosa di fiammelle che ha attraversato il cuore della città. Palloncini, con gli stessi colori della bandiera ucraina, liberati nel cielo di piazza Duomo, davanti al dipinto della Madonna del Sole, accompagnati dai rintocchi delle campane.

Tanta, tantissima gente da tutta la Versilia storica ieri sera (17 marzo) ha risposto all’appello per la Fiaccolata per la Pace lanciato dal Comune di Pietrasanta e subito raccolto da Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema, giunti in piazza Matteotti con le loro rappresentanze istituzionali, dell’associazionismo e con i cittadini. Tutti uniti sotto un’unica bandiera, quella della pace, insieme agli amministratori, ai consiglieri comunali, alle associazioni della consulta del volontariato, alle autorità ecclesiastiche e ai residenti di Pietrasanta, per condividere uno spazio e un messaggio senza confini.

“Da quando è iniziata questa maledetta guerra in Ucraina – ha detto il sindaco Alberto Stefano Giovannetti, rivolgendosi alle persone raccolte in piazza Duomo dopo il passaggio da viale Oberdan e via Garibaldi – mi avete reso ancora più orgoglioso di essere sindaco di Pietrasanta e di far parte della comunità Versilia. La generosità dilagante che, fin dai primi giorni, avete mostrato nei confronti del popolo ucraino e che vedo ancora qui, nella vostra presenza, è un segnale fortissimo a chi deve lavorare per la pace. Non solo in Ucraina, ma in tutte le parti del mondo che sono costrette a subire gli orrori di una guerra. E di questo vi ringrazio”.

Sul sagrato del Duomo di San Martino, introdotti da Claudio Sottili, si sono succeduti gli interventi istituzionali: “Il mio pensiero – ha sottolineato Nicola Conti, vice presidente della Provincia di Lucca – va alle madri ucraine, che stanno fuggendo dalla loro terra insieme ai figli, anche piccolissimi, separandosi dai loro mariti e fratelli. Ma anche alle famiglie russe, che hanno visto i loro figli costretti ad abbandonare il loro futuro per imbracciare le armi e che in numero sempre maggiore cercano di opporsi a questo conflitto”.

Ha portato la sua testimonianza il senatore Massimo Mallegni, la scorsa settimana in missione a Leopoli con la delegazione internazionale Osce: “Una città che non era ancora ‘aggredita’ – ha raccontato – ma già si vedevano le migliaia di persone alla frontiera, mamme e bimbi in fuga dall’Ucraina. Abbiamo chiesto al nostro governo la nomina di un commissario: dobbiamo canalizzare nel modo corretto il grande cuore dell’Italia, per evitare che gli aiuti non restino abbandonati in qualche magazzino”.

Poi l’attesa telefonata in Ucraina a Mykyta Poturaiev, capo delegazione Osce del Parlamento di Kiev, possibile solo via Whatsapp a causa delle gravi difficoltà sulla rete di comunicazione locale.

“Cari amici – ha esordito Poturaiev, accolto con un applauso dalla piazza – siamo grati a tutta l’Italia per ogni singolo chilo di aiuti inviati al mio popolo ma anche per la vicinanza che ci dimostrate accogliendo ogni persona che arriva dall’Ucraina. Sappiamo di non essere soli e per questo vostro grande affetto, saremo eternamente riconoscenti”.

A chiudere gli interventi è stato don Stefano D’Atri, che ha ricordato come “tutto nasce dal cuore dell’uomo, le opere subilimi come le guerre. La nostra preghiera e l’impegno di ciascuno di noi sia affinché dal cuore possa ricrearsi quel clima di pace che viene dall’alto, con tutti i valori grandi e belli che la vita può contenere. Perché dal piccolo nasce tutto, anche le cose più gigantesche”.

Poi l’invocazione alla Madonna del Sole, l’esecuzione a cappella dell’Ave Maria di Schubert da parte del tenore Omar Bresciani e, alla fine, la liberazione di tanti palloncini gialli e azzurri, portatori del messaggio di pace e fratellanza da tutta la Versilia.

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