‘Nelle nostre mani’, a Villa Bertelli la mostra fotografica sulla chirurgia pediatrica

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La chirurgia non è qualcosa di meramente meccanico, non sono semplici operazioni di routine da ripetere migliaia e migliaia di volte. Nel piccolo universo racchiuso in una sala operatoria c’è molto di più: c’è anche qualcosa di magico e di rituale. È questo lo spirito alla base della mostra fotografica dal titolo Nelle nostre mani che sarà aperta al pubblico domani (8 giugno) a Villa Bertelli a Forte dei Marmi. 

Gli scatti della fotografa e dottoressa Veronica Croccia sono infatti interamente dedicati alla chirurgia pediatrica pisana diretta dal professore ordinario di chirurgia pediatrica e infantile dell’Università di Pisa e direttore della Sod chirurgia pediatrica e dell’adolescenza dell’Aoup, Claudio Spinelli. Lo stesso Spinelli, insieme alla dottoressa Alessia Bertocchini, è stato l’ideatore del concept alla base della mostra. La giornata sarà aperta da un vernissage in programma alle 18 dove sarà presentato il volume dal titolo Il carcinoma della tiroide nel bambino: aspetti chirurgici. Alla presentazione sarà presente l’autore del libro: il dottor Claudio Spinelli, ordinario di Chirurgia pediatrica e infantile dell’università di Pisa. L’incontro sarà moderato dalla dottoressa Alessia Bertocchini della chiurgia pediatrica dell’università di Pisa con la partecipazione della dottoressa Ilaria Grava sempre dell’Università di Pisa. Durante l’incontro sarà presentata anche l’associazione Pisa & Child costituitasi per promuovere la salute nei bambini, con la presidente Maria Chiara Zippel. Dopo la presentazione, spazio all’arte con gli scatti in bianco e nero realizzati dalla dottoressa Croccia che con la sua opera effettua una vera e propria trasposizione su pellicola di momenti legati all’ambiente della sala operatoria e degli ambulatori di un reparto di complessa gestione quale è quello della chirurgia pediatrica. Scatti in bianco e nero che raccontano di mani che si trasmutano in strumenti e che delineano rituali tecnici e insieme artistici, ben lontani dalla fisiologica asetticità di una sala operatoria.

 

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