Del Ghingaro: “Rifiuti, Reti Ambiente sia pubblica”

Reti Ambiente? La società deve essere pubblica. Ne è convinto il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro secondo cui “il tema de gestore unico di area vasta e le prospettive di gestione dei rifiuti che la sua creazione implica naturalmente, devono indurci ad una riflessione più ampia”. “Il governo dei rifiuti – spiega – è uno degli argomenti (forse il più importante) per trovare una chiave di lettura allo svolgimento della politica italiana e anche quella nostrana. Interessi miliardari, a volte infiltrazioni malavitose, fiumi di quattrini che vengono sfilati dalle tasche dei cittadini per finire negli inceneritori e nelle discariche. Un tema caldo, sensibile, delicato”, ammette Del Ghingaro.

“Molti ora si riempiono la bocca di Rifiuti Zero – aggiunge -. Sembra basti enunciare il titolo per godersi il film. Ma non è così, è esattamente il contrario. Il percorso verso la gestione virtuosa del rifiuto è cosa complessa e altamente professionale. Non a caso si chiama “strategia” proprio perchè non è solo una somma di modalità tecniche, ma è soprattutto un approccio socioculturale diverso, una vera e propria rivoluzione dolce verso le buone pratiche. Leggo di sindaci che si avvalgono di consulenti, di consulenti che si avvalgono di sindaci, di parole al vento su un tema complesso che meriterebbe ben altro approfondimento, piuttosto che quello basato sui compensi agli strateghi e su presunte efficienze dagli stessi create. In realtà Rifiuti Zero è una ‘politica’, nel senso più alto del termine, che rende protagonisti i cittadini e il territorio, che si sviluppa come orgoglio di comunità, che prende avvio da amministratori che credono davvero nel cambiamento e non da opportunismi, che spesso diventano davvero imbarazzanti. Date retta, Rifiuti Zero è un’altra cosa. Fare bene la raccolta differenziata porta a porta, organizzare un servizio efficiente, guardare alla diminuzione dello scarto, mettere in piedi una serie di inziative in grado di valorizzare il ruolo centrale del cittadino, individuare elementi premianti dopo una fase di sperimentazione. Incontrare la gente, in assemblea, nei condomini, nelle attività commerciali, per strada. Coinvolgere il personale dell’azienda di raccolta, formarlo, dargli obiettivi concreti e condivisi. Infine gli amministratori, quelli ci devono mettere la faccia, crederci davvero, spendersi per cambiare prospettiva. Questo, in estrema sintesi, va fatto per far decollare un progetto ambizioso, che rappresenta un piccola rivoluzione, quello della gestione dei rifiuti in una città, qualsiasi essa sia, di qualsiasi dimensione e ubicazione, tanto più se di area vasta si tratta.
Guardate per fare Rifiuti Zero non bastano un po’ di slogan e un po’ di articoli di giornale, serve una grande applicazione di comunità ( comune, azienda, cittadini, imprese), serve dedizione e coraggio, tutte cose che in questo momento forse vanno recuperate. Per questo, se dobbiamo ormai avere un’ottica sovracomunale e addirittura sovraprovinciale, col gestore unico di area vasta che raggruppa diverse aziende territoriali, dobbiamo provare ad avere un pensiero diverso, che guardi alla corretta gestione, alle tariffe e all’obiettivo chiaro che ogni amministrazione pubblica deve avere: il bene del cittadino. Ecco perché da tempo vado ripetendo che nel cambiamento di prospettiva dobbiamo rivalutare la possibilità che il gestore unico di area vasta possa essere un soggetto interamente pubblico, che al pubblico si rivolga e che il pubblico gestisca.
Dobbiamo provare a fare un nuovo salto di qualità ora che la società Retiambiente sembra avere le gambe per camminare e nella quale, da pochi giorni, anche Viareggio ha conferito la sua azienda Sea. Proviamo a ragionarne liberamente, senza avere in tasca verità precostituite e a liberarci dei vincoli ideali del passato, per provare a fare uno scarto virtuoso e a puntare dritto all’economicità della gestione, egli investimenti per la valorizzazione delle raccolte differenziate, al cambiamento culturale delle nostre comunità in tema di scarti.
Pubblico è meglio, secondo me, quando si ragiona di beni comuni, ne vogliamo parlare?”.

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