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Consiglio regionale, ok al documento di economia e finanza 2019

Via libera al documento di economia e finanza regionale 2019. Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di delibera a maggioranza, con il voto contrario dei gruppi di opposizione. Come ha spiegato il presidente della commissione affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), illustrando l’atto all’aula, con il Documento di economia e finanza regionale 2019 si avvia il nuovo ciclo di programmazione per il triennio 2019-2021. L’atto costituisce allo stesso tempo documento preliminare alla manovra di bilancio del 2019. In un quadro caratterizzato dal permanere di un moderato ciclo espansivo, si accrescono gli elementi di instabilità e di incertezza. Il Pil regionale crescerà dell’uno per cento, cresceranno lievemente i tassi di interesse, a fronte di una politica della Banca centrale europea un po’ meno espansiva, rimarranno bassi gli investimenti, soprattutto pubblici, ma anche privati. 

In questo quadro le risorse disponibili per i ventiquattro progetti regionali passano da 1 miliardo e mezzo del 2019, a 1 miliardo e 275 milioni nel 2020 ed infine a 1 miliardo 148 milioni nel 2021. Le entrate tributarie sono sostanzialmente in linea con il periodo precedente, si registra invece un calo nei contributi per gli investimenti, soprattutto risorse vincolate statali. L’indebitamento sarà contenuto in 1,9 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di contrarre nuovo debito nel limite delle quote di capitale di debito che verranno restituite. La manovra 2019 registra una diminuzione complessiva della capacità di spesa di 265 milioni, di cui 195 milioni di tagli nelle risorse statali e 70 milioni endogeni al bilancio regionale. Si scaricano per circa 109 milioni in minore finanziamento della spesa rigida e per 156 milioni nelle politiche discrezionali. L’ipotesi tecnica è di recuperare con strumenti di bilancio quei 70 milioni con vari artifici (operazioni sulle entrate, sui finanziamenti sanitari, anticipando la premialità nel trasporto pubblico locale). Restano non coperti 39 milioni di spese rigide e 156 milioni per le politiche discrezionali, totale 195 milioni, che saranno al centro della trattativa con il governo. 
“Le priorità regionali sono stabilite attraverso 24 progetti – ha detto Bugliani –. Due sono i temi su cui ci si concentra particolarmente: il tema dell’ambiente e il tema delle politiche del lavoro. Per quanto riguarda il primo si punta al contrasto e all’adattamento ai cambiamenti climatici e al buon utilizzo delle risorse, per il secondo si pensa a un’agenzia per l’impiego unica regionale con servizi territoriali, con l’obiettivo di garantire la massima efficacia e l’omogeneità dei servizi erogati”. 
Gabriele Bianchi (M5S) ha sottolineato come “questo documento marchi una continuità programmatica e ideologica già espressa dalla maggioranza nei documenti passati, con progetti che erano stati elaborati per rispondere alla crisi. È sostanzialmente una macchina vecchia, con un motore usurato e senza carburante”. “Sarebbe necessario un nuovo approccio, senza conflitto – ha proseguito Bianchi – valutando se sia opportuno cambiare finalmente rotta. Se non si riparte dalle classi meno abbienti non riusciremo mai a lavorare per il bene di tutti. Per questo il reddito di cittadinanza potrebbe rappresentare una svolta decisiva anche in Toscana”. 
“Il documento si iscrive in un quadro di programmazione di cui non condividiamo alcuni pilastri – ha detto Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) -: a partire da un gran numero di grandi opere inutili, quando sarebbe preferibili optare per piccoli interventi; al fatto che si diano soldi alle scuole private, o si implementi la sanità privata”. “Anche la svolta annunciata, ma poco determinata, a favore dell’economia circolare si fa attendere – ha proseguito il consigliere -. Sarebbe il momento di fare scelte concrete, e la prima deve essere quella di chiudere l’inceneritore di Scarlino”. 
Secondo Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt) “si continuano a perseguire scelte criticabili, come la riproposizione dell’aeroporto di Firenze che nessuno vuole, o proporre il miglioramento della sanità nell’arcipelago senza prendere in considerazione una necessaria autonomia dell’Elba”. Pecori inoltre ha presentato come prima firmataria un ordine del giorno sul progetto Vita Indipendente, poi respinto dall’aula con il voto contrario della maggioranza, in cui si chiede di “garantire un effettivo acceso al progetto per tutti gli aventi diritto eliminando ogni ipotesi di liste di attesa” e di “potenziare in modo congruo la dotazione economica del fondo destinato al progetto”. Andrea Pieroni (Pd) ha messo in rilievo come per i taglie alla Regioni la quantità di risorse a disposizione della Toscana si sia ridotta di un miliardo di euro. “Del resto – ha commentato – il pareggio del bilancio è necessario”. Mancano all’appello 265 milioni “che negli anni passati sono sempre riusciti ad arrivare. Sarebbe auspicabile – ha concluso Pieroni – che il governo nazionale facesse sì che arrivassero anche questa volta e al più presto, per permettere una programmazione adeguata. La Toscana ha dimostrato che le sue azioni di governo stanno dando i frutti auspicati, ci si è fatti carico delle emergenze e delle priorità”. Per Marco Casucci (Lega) il governo regionale “naviga a vista, con pochissime idee, progetti partiti negli anni passati e in alcuni casi anche contraddittori. Occorre una maggiore programmazione e un confronto Stato-Regioni più approfondito”. Per questo, ha detto Casucci “il regionalismo è un tema fondamentale, noi vorremmo trattenere i soldi che la Toscana produce”. Per il consigliere “la flat tax sarebbe uno strumento utile per rilanciare il mercato interno”. D’altra parte “in Toscana non si può continuare sulla strada dell’indebitamento”. Valentina Vadi (Pd) ha detto che “la Toscana è stata fra le regioni che hanno dato risposte più forti ed efficaci attraverso interventi strutturati, e improntati all’attenzione al sociale, alle politiche sul lavoro, all’istruzione e alla formazione”. La consigliera ha ricordato che 80 milioni di euro sono stati destinati alla formazione, 55 milioni alle politiche per il lavoro e 120 milioni al piano per combattere la povertà. Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) ha commentato che “è necessario investire nella sanità pubblica e assumere personale”. “Se continuiamo a dare deleghe ai privati – ha detto – sono loro che si prendo le risorse. Se invece investiamo e assumiamo possiamo ridurre le liste di attesa e migliorare il servizio”. “Il governo dia un’occhiata a quella che è la situazione della Toscana” è l’appello di Serena Spinelli (Art. 1-Mdp). “La Toscana è in difficoltà perché c’è stata disattenzione sul ruolo che svolgono regioni ed enti locali, che soffrono di tagli alle risorse e quindi di sempre maggiori difficoltà ad investire. Dobbiamo poter agire con un margine di libertà”. La soluzione, secondo Spinelli, non può essere la flat tax “che ucciderebbe il sistema sociale”. Secondo Paolo Bambagioni (Pd) la Regione si deve occupare “di valorizzare il personale dipendente, che rappresenta una grande risorsa” e deve poi “investire in infrastrutture, sostenere le imprese, finanziare la sanità pubblica per non far passare un modello in cui si può curare solo chi ha soldi”. Per farlo “bisogna uscire dagli schemi e procedere a una riqualificazione della spesa, perché ci sono molti sprechi”. “Una via alternativa rispetto a chi sostiene la necessità di tagli è quella di fare investimenti” ha detto infine Andrea Quartini (M5S). Quartini ha criticato le scelte di finanziare grandi opere inutili, “quando invece si potrebbero effettuare tante piccole opere veramente utili per la comunità toscana” e di scegliere di cedere risorse ai privati, invece di privilegiare il pubblico.

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