Tambellini: “La collezione Salotti a Palazzo Guinigi”

Possibile svolta per la collezione di Giannetto Salotti dopo lo sfratto dalla casermetta San Martino. Il sindaco Alessandro Tambellini ha infatti proposto la collocazione temporanea delle opere a Palazzo Guinigi in cambio di una donazione al Comune.

“Ho conosciuto Giannetto Salotti quando lavorava a Sant’Anna, in un locale al piano terra, di fronte a via Giovanni Giorgi. Ma a Sant’Anna Giannetto non ci voleva stare, aveva il desiderio di tornare a lavorare sulle Mura: sono stato dunque tra quelli che si adoperarono, allora, per far sì che avesse una casermetta da adibire a studio, quella del baluardo San Martino. E lì sono stato a trovarlo innumerevoli volte, finché vissuto. Dopo la sua scomparsa è sorto il problema per gli eredi di collocare le opere, senza tuttavia che il Comune ponesse condizioni particolari all’uso della casermetta. Mi è stata inoltre a suo tempo espressa la necessità che le opere dell’artista restassero per qualche tempo nel luogo dove si trovavano, per dar modo di valutare alla famiglia tutte le scelte possibili”.
Poi la decisione dellamministrazione di affidare gli spazi delle Mura con un bando ad evidenza pubblica, con l’assicuazione che le opere sarebbe state trasferite in un altro locale, sepre di proprietà comunale. “Ho incontrato di persona Ilaria Salotti, che ha avuto interlocuzione con il sindaco ogni volta che ha voluto. Le ho proposto alcune soluzioni, mentre prosegue la catalogazione delle opere del padre; un lavoro utile per qualsiasi loro valorizzazione futura. Nell’ultimo colloquio, presente anche Franca Severini, ho proposto la collocazione temporanea delle opere in Palazzo Guinigi, dove esse potranno essere conservate in cambio di una donazione al Comune che giustifichi l’impegno assunto dall’Ente. Ebbene, la preoccupazione di Ilaria Salotti a fronte della proposta, era di non poter avere accesso alle opere ogni volta che lo ritenesse necessario. Questo è ciò che possiamo fare, in linea con le regole di ogni pubblica amministrazione di fronte a un patrimonio che rimane pur sempre un patrimonio privato: ogni altra soluzione non ci sembra rispondente all’equità di trattamento che è la base degli atti di ogni ente pubblico. Riteniamo dunque di dover procedere in questo modo, nel rispetto della memoria di Giannetto”.

 

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