Aeroporto Capannori, opposizioni all’attacco: “Sindaco riconosca le sue colpe”

Opposizioni ancora all’attacco dopo il fallimento dell’aeroporto di Tassignano: “Il sindaco Menesini – spiegano in una nota congiunta Udc, Forza Italia, Energie per l’Italia, Alternativa Civica e Movimento Cinque Stelle – è molto bravo a stravolgere la realtà e soprattutto ad accusare le opposizioni di essere sempre contrarie a tutto, mentre lui è sempre il paladino del bello, del buono e del vero. Sulla vicenda dell’aeroporto di Tassignano però ha superato ogni limite della decenza: trincerandosi dietro alla questione dei dipendenti, persone e lavoratori alla cui sorte siamo interessati quanto lui (forse era meglio se ci pensava prima di arrivare a questo punto), trascura tutta la storia e gli errori politici ed economici compiuti dalla sua giunta e da quella precedente, della quale era un autorevole esponente”.
“E’ proprio ridicolo – prosegue la nota – che tenti fra le righe di dire che il deficit della società ha origini molto lontane. Il centrosinistra amministra Capannori “solo” da 13 anni e mezzo e ci vuole proprio un bel coraggio a sostenere che i guai provengano da gestioni precedenti. Perché il Comune aveva scommesso sull’acquisto del 90 per cento delle azioni, (che in precedenza erano pubbliche solo per il 20 per cento) senza un serio piano industriale, sapendo che ogni esercizio di bilancio sarebbe stato in perdita, perché le spese superavano le entrate e all’orizzonte c’era ben poco se non la possibilità di ottenere dall’Enac la concessione per l’intero sedime? E anche il rilancio di cui il sindaco si vanta, perché lo ha collegato ad un piano di ripresa, in cui il nuovo socio privato (trovato per la verità dopo alcuni tentativi di gara quanto meno strani) sarebbe giunto a salvare tutto in cosa consisteva? Si è fatto un gran parlare di “droni” di tecnologie del futuro per un’azienda che con una cifra relativamente modesta avrebbe trovato una sede idonea ai “suoi” programmi di sviluppo”.
“Perché poi, nessuno ha mai detto con trasparenza – proseguono le opposizioni – a quanto ammontava il debito della società, ben definito dal tribunale in oltre 2,5 milioni di euro, cifra a dir poco stratosferica? Di fronte a questa cifra il sindaco continua a sostenere che avrebbe risolto tutto con il versamento di un altro contributo (ovviamente di soldi pubblici) di circa 300mila euro ed altrettanti versati dalla società Sigma, trascurando quindi la restante parte del debito pari a circa due milioni di euro. Non serve comunque aggiungere altre dichiarazioni fantasiose. Basta leggere quanto scrivono i giudici nella sentenza di fallimento: La proposta avanzata è completamente sbagliata e priva di fondamento. Non solo, ma dalla stessa, e quindi dal piano industriale non emerge assolutamente alcuna garanzia di sviluppo della società, perché esso risulta: “generico e le possibili iniziative imprenditoriali restano vaghe ed ipotetiche e non vi è nessuna concreta proposta né alcun impegno giuridicamente valutabile da parte di chicchessia”. Questi sono i fatti. Probabilmente il sindaco non ha seguito bene il piano di sviluppo presentato da altri al tribunale e forse, invece di criticare in modo generico l’opposizione che fa il suo mestiere, sarebbe opportuno che ogni tanto riconoscesse anche le sue colpe e le sue errate valutazioni politiche su argomenti di grande rilevanza che oltretutto hanno impegnato per anni i soldi pubblici senza trovare, alla fine, alcuna controparti”.