L’ex assessore Paluzzi: “La sinistra altopascese si è convertita alla cementificazione?”

“Leggendo l’ultima vicenda altopascese, ovvero il passaggio in consiglio comunale di una variante che trasforma 44mila metri quadri da agricoli a industriali, creando i presupposti per un nuovo insediamento fuori dalle previsioni contenute negli strumenti urbanistici vigenti, sono rimesto veramente esterrefatto”. Lo dice Massimiliano Paluzzi, nella veste di ex assessore all’urbanistica di Altopascio.
“Mi riservo – aggiunge – di capire meglio, approfondendo la materia, se si tratta di operazione legittima o meno. Certamente, anche se si trattasse di una variante che nasce da una legge regionale, sarebbe davvero singolare che chi da anni strepita contro la cementificazione e si vanta di evitare consumo del territorio avesse approvato uno strumento legislativo che permette una tale situazione che di rispetto dell’ambiente non ha proprio nulla. Se questo vale a livello regionale ( dove è finito il consigliere regionale Fabio Roggiolani che ogni anno assegnava la motosega d’oro a chi costruiva o permetteva di farlo?), diventa macroscopico a livello locale. Infatti per anni chi guida direttamente o indirettamente oggi il comune di Altopascio ha imbastito campagne di stampa contro i cementificatori che avevano la sola colpa di applicare piani regolatori che si intersecavano con le norme urbanistiche provinciali e regionali e quindi condivise da tutti, fra l’altro elaborate da un architetto scelto per la sua capacità e che poi si è candidato pochi anni dopo nel Pd in un comune vicino. Dove sono finiti quelli che insultarono il sottoscritto per la vicenda della Fapim a Seghetti, dove con le stesse motivazioni che oggi sembrano illuminanti (trattenere sul territorio un’azienda e aumentare i posti di lavoro) si intendeva consentire un cambio di destinazione d’uso veramente irrisorio e assolutamente insignificante in una area già industriale rispetto a una situazione in cui un soggetto privato si trova di colpo a vedere 44mila metri quadri di terreno agricolo diventare industriale con un vantaggio economico, oltretutto, non indifferente? Allora mi viene da pensare che tutto questo ambientalismo, tutto questo amore per la natura fosse strumentale e solamente finalizzato a minare il consenso di chi amministrava. Una bella dimostrazione di ipocrisia e incoerenza che oggi dovrebbe fare vergognare a vita chi ha usato il termine cementificazione a scopo denigratorio. Qualche dubbio mi era venuto quando, al termine della legislatura 2006, proprio quegli esponenti avevano tutti, più o meno, approfittato delle previsioni di piano per costruire, uno addirittura nel giardino di casa. Quindi oggi una bella riconversione , a meno che, come sempre, ci sia una doppia morale e il cemento rosso sia ecologico”.