Maleodoranze Frizzone, Picchi: “Richiesta sindaco è serpente che si morde la coda”

Maleodoranze al Frizzone, interviene il comitato di Paganico. A parlare è Liano Picchi: “Dopo anni di insostenibili maleodoranze – dice Picchi – che a seconda dei venti ammorbano i paesi posti ad est o ad ovest della zona industriale del Frizzone, il sindaco di Porcari sollecitato dai cittadini esasperati si è finalmente deciso a scrivere a Asl e Arpat. Da anni il sottoscritto, assieme ai compaesani, ha firmato esposti alle suddette istituzioni, ottenendo sopralluoghi e relazioni più o meno dettagliate che individuavano i responsabili, ma niente o quasi è stato fatto per risolvere il problema. La fonte primaria di dette emissioni si legge in una relazione datata 14 ottobre 2015 dell’Arpat, è stata identificata nella stazione di sollevamento dei liquami fognari di Acque Spa in via del Frizzone. La società Acque, invitata a provvedere alla risoluzione del problema, dichiarò di essere intervenuta a completare i lavori, confermando così la fondatezza dell’accusa.
Non vorremmo però che si sia limitata a spostare il problema”.
“Un’altra fonte citata dalle autorità competenti – prosegue Picchi – è in prossimità della multinazionale del cartario Ds Smith. Quest’ultima infatti ha un depuratore a cielo aperto in prossimità del quale si avvertono nauseabondi odori verosimilmente riconducibili a quelli derivati dalle sostanze solforose, i famigerati mercaptani. Visto che gli stessi operatori sanitari che effettuarono i sopralluoghi rilevarono però che le maleodoranze si sprigionavano con discontinuità, richiesero al sindaco di Porcari di far intervenire la polizia municipale “per individuare con precisione sia le sorgenti che le occasioni in cui queste si manifestavano”. A distanza di poco meno di tre anni il sindaco dello stesso Comune che doveva attraverso i suoi vigili fornire indicazioni utili a riguardo, candidamente si rivolge all’ente che gliele aveva demandate per segnalare l’esistenza del problema. L’infinita storia del cane che si morde la coda…”.