Raccolta porta a porta dei rifiuti tessili, Capannori è il primo comune in Italia




Raccolte quasi 4 tonnellate di abiti. Ora si punta ad ospitare anche un centro di selezione. Una targa durante la “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”
La moda passa, lo stile resta diceva Coco Chanel, e chissà se presto non diventi alla moda anche essere sostenibili indossando capi di seconda mano.
In occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, anche il Comune di Capannori – insieme ad Ascit,Centro di Ricerca Rifiuti Zero e Rete dei comuni sostenibili – ha deciso di fare il punto sul ruolo svolto dai comuni nello sviluppo delle soluzioni circolari per il tessile e, in particolare, sull’esperienza di Capannori in questo settore.
Capannori, di fatti, è il primo comune in Italia ad aver avviato la raccolta porta a porta dei rifiuti tessili e, ora, con la fama di essere ormai una piccola città di Prato, punta ad ospitare anche un centro di selezione del settore fashion.
Presenti all’incontro di questa mattina, durante il quale il Comune ha ricevuto anche una targa, il sindaco Luca Menesini, l’assessore Giordano Del Chiaro, il coordinatore del Centro di ricerca Rifiuti Zero Rossano Ercolini, Maurizio Gazzarri per la rete dei comuni sostenibili e alcuni rappresentanti dei più noti centri di riuso del nostro territorio.
Tra gli obiettivi, oltre a quello di far decollare la raccolta porta a porta dei rifiuti tessili, anche quello di sensibilizzare la popolazione al riuso e alla tutela ambientale: superare l’idea che l’usato sia “brutto” e da sventurati, infatti, ridurrebbe di gran lunga le infinite tonnellate di rifiuti che ogni anno si accumulano non solo nel nostro territorio ma in tutto il mondo, ormai invaso dalla moda del “fast fashion”. Ma la strada da percorrere è ancora lunga: oltre a ridurre la moda usa e getta, infatti, sarebbe necessario che le industrie della moda riducessero i tessuti in fibre plastiche.
“La filiera del tessile – ha detto Rossano Ercolini del Centro di Ricerca Rifiuti Zero – è senza dubbio quella più impattante a livello ambientale, e proprio per questo, c’è molta preoccupazione. Le fibre plastiche contenute nei tessuti finiscono nelle nostre lavatrici e poi in mare, facendo danni incredibili. Il Comune di Capannori si è impegnato molto per sensibilizzare la popolazione e diminuire l’accumulo di rifiuti, ma c’è ancora tanto su cui lavorare. Non possiamo più far finta di niente e continuare a vivere come abbiamo sempre vissuto: è necessario alzare la voce con le grandi case di moda e far capire loro che la plastica non è più in. In Italia abbiamo i più grandi stilisti del mondo ed è necessario che questa idea parta in primis da loro. In questo caso serve aggressività civica per diffondere la cultura del riuso. Anche la moda del ‘fast fashion’ si è rivelata una cavolata con un impatto ambientale e sociale devastante. La raccolta del tessile porta a porta oltre a far bene all’ambiente promuove anche nuovi posti di lavoro. I vecchi abiti non sono rifiuti ma risorse. Spero che presto diventi alla moda anche l’usato”.
Raccolta porta a porta
Ma parliamo dei dati. Il Comune di Capannori è una realtà all’avanguardia nel riciclo dei rifiuti tessili essendo, come detto, il primo comune in Italia ad aver avviato – seppur in via sperimentale – la raccolta porta a porta dei vestiti usati e dei rifiuti tessili. Da diversi anni la raccolta avviene attraverso le note “campane gialle” della cooperativa La Cometa che, dal prossimo anno, saranno presenti solo all’interno delle isole ecologiche.
Il servizio porta a porta ha cadenza bimestrale e, al momento, interessa solo le frazioni di Capannori, Tassignano, Paganico, Carraia, Santa Margherita, Pieve San Paolo e Lunata. In queste frazioni sono state tolte le campane di raccolta ma i cittadini possono continuare a conferire gli indumenti usati nelle isole ecologiche o nei centri del riuso del territorio (Daccapo, Lillero, Terra di Tutti).
Con il primo giro di raccolta del tessile usato avvenuto nel mese di luglio sono stati raccolti 1640 chili di materiale e con il secondo giro a settembre 2260 chili. Durante il terzo giro di raccolta, avvenuto proprio oggi, su circa 12700 utenze servite sono stati raccolti 840 sacchi di materiali tessili.
Il Comune, inoltre, ha candidato ai bandi Pnrr la creazione di un centro di selezione di rifiuti tessili (5milioni e 400mila euro) ed è ora in attesa della graduatoria definitiva.
Il centro di selezione dei rifiuti tessili
Il progetto interesserà uno stabilimento con superficie coperta di circa 2mila metri quadrati con la capacità tecnologica di individuare le diverse fibre e di condurle in linee distinte di trattamento primario. Dopo ci sarà una fase di prima sanificazione e il successivo imballaggio per la spedizione verso impianti di riciclo. Il centro, secondo i report, avrebbe una capacità di trattamento di circa 6500 tonnellate all’anno.
Importante anche il percorso attivato con la rete di impresa del calzaturiero che ha già aperto, con possibili sviluppi futuri, la pratica di recupero di scarti provenienti dalla lavorazione delle calzature.
“Da un’analisi compiuta sui materiali presenti nei sacchi ‘grigi’ – spiega il sindaco Luca Menesini – è emerso che i rifiuti tessili a Capannori rappresentano il 15% della frazione indifferenziata. Per questo insieme ad Ascit, nell’ottica di perfezionare la raccolta differenziata nell’ambito della strategia Rifiuti Zero, abbiamo deciso di sperimentare la raccolta porta a porta dei vestiti usati e dei rifiuti tessili che grazie ai buoni risultati fatti registrare, dal prossimo anno diventerà strutturale . Questo è per noi il primo passo importante per dar vita ad una soluzione circolare per il tessile sul nostro territorio, che deve diventare anche strategia a livello nazionale ed europeo. Basta pensare che i tessili hanno causato nel 2020 la terza maggiore pressione sull’utilizzo dell’acqua e del suolo e la quinta maggiore sull’utilizzo di materie prime ad emissione di gas serra. È chiaro quindi che dobbiamo promuovere una cultura anzitutto del riuso, che permette di creare delle microeconomie locali che possono anche fare inclusione occupazionale per le persone più svantaggiate, e poi una cultura del riciclo, visto che oggi soltanto l’1% dei rifiuti tessili vanno a riciclo, mentre il 99% attualmente va in discarica o incenerimento. È un percorso che richiede una strategia incentivante ad ogni livello istituzionale, e come Capannori siamo pronti a fare la nostra parte, oltre quanto già messo in campo. Ringraziamo la Rete dei Comuni sostenibili per essere stata presente a Capannori in occasione della Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti”.
“Capannori è una realtà virtuosa sui temi della sostenibilità e sulla corretta gestione dei rifiuti. È una delle migliori esperienze italiane e sempre più sta diventando un modello in Europa. Infatti, il ruolo dei Comuni è fondamentale per far crescere la consapevolezza dell’importanza della riduzione drastica dei rifiuti – sostiene Maurizio Gazzarri, responsabile analisi e sviluppo del monitoraggio per la Rete dei Comuni Sostenibili – Uno degli obiettivi della Rete dei Comuni Sostenibili è la condivisione delle buone pratiche e per questo siamo orgogliosi di aver organizzato proprio qui, insieme al Comune, la nostra iniziativa per la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Inoltre, come Rete siamo impegnati a monitorare, tramite 100 indicatori, l’efficacia delle politiche locali di sostenibilità. In questo ambito, sono diversi gli indicatori che riguardano la gestione dei rifiuti, sui quali Capannori eccelle, a partire dalla percentuale di raccolta differenziata e dai rifiuti procapite. Oggi consegniamo la targa di Comune sostenibile al sindaco Luca Menesini e alla città: lo facciamo perché qui sono portate avanti politiche concrete, coerenti con gli obiettivi dell’agenda 2030, che migliorano realmente la qualità della vita delle persone”.