Recalcati a Capannori, Amorese e Fantozzi (FdI): “Una costosa rappresentazione del pensiero unico”

Gli esponenti del partito di Meloni: “Per parlare 75 minuti ha percepito 26mila 230 euro, pari a 346 euro al minuto”
“A Capannori nei giorni scorsi è andata in scena una costosa rappresentazione del pensiero unico“.
Parole del capogruppo di FdI in Commissione cultura alla Camera Alessandro Amorese e il vice capogruppo di FdI in Consiglio regionale della Toscana, Vittorio Fantozzi, che affermano: “In realtà si è festeggiato il bicentenario della città. Ci si sarebbe potuto aspettare, come evento principale, uno spettacolo o un pubblico dibattito sul passato e sul futuro della città. No, si è scelto di far tenere una lectio magistralis, quindi di dar voce a una sola persona. Un capannorese doc? No, il professor Massimo Recalcati, maitre à penser della sinistra chic a cui decisamente non piace la Meloni e forse non piacciono gli italiani”.
“La lectio – proseguono – è stata definita deludente da chi era presente in una piazza in cui di popolo ce ne era ben poco e molta era la claque. Ma almeno sarà intervenuto gratis o a costi contenuti? No, perché, come ha giustamente fatto notare il nostro capogruppo in Comune Matteo Petrini, il professore, per parlare 75 minuti, ha percepito 26mila 230 euro, pari a 346 euro al minuto. Una cifra più da star dello sport o dello spettacolo che da intellettuale impegnato (soprattutto impegnato a propugnare modelli di società cari alla sinistra). Ma nel modello di società caro a Recalcati sono contemplati tali cachet? Dubbi ben espressi dall’ex assessore regionale, area Rifondazione comunista, Eugenio Baronti, che ha fatto notare che un operaio tutti quei soldi, diciamo, non li prende”.
“Il Comune di Capannori si difende e dice che quei soldi derivano da un contributo ministeriale di 200mila euro ottenuti per aver vinto un bando ministeriale, e necessari a finanziare altre iniziative culturali nell’ambito delle celebrazioni. Abbiamo controllato. Quando fu annunciato il successo, il Comune – nelle parole dell’assessore alla cultura Cecchetti – annunciò con dovizia di particolari che cosa avrebbe fatto con tale somma, ma non accennò in alcuna maniera a questo tipo di performance”.
“Insomma. Evento a senso unico, poco interessante, strapagato, con soldi pubblici sprecati. E cittadini, anche illustri compagni, scontenti. In fondo Menesini è stato coerente, mettendo in pratica il motto della sinistra attuale: piace alla gente che non piace” concludono Amorese e Fantozzi.