‘C’era una volta a Hollywood’, la recensione

23 settembre 2019 | 07:27
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‘C’era una volta a Hollywood’, la recensione

1969, Hollywood. Rick Dalton (Leonardo Di Caprio) è un attore dal passato di grande successo, la cui carriera adesso è in declino, che si arrabatta tra una serie tv western e l’altra per cercare di restare “a galla”. Accanto a lui l’inseparabile amico, galoppino nonché suo stuntman personale Cliff Booth (Brad Pitt). Poi c’è Sharon Tate (Margot Robbie), attrice realmente esistita e moglie del celebre regista Roman Polanski, divenuta tristemente nota per l’omicidio compiuto ai suoi danni dai seguaci del serial killer Charles Manson. Su questo sfondo hollywoodiano di quegli anni si vanno ad intrecciare le vicende dei tre protagonisti.

Ve lo dico subito, chiaro e tondo, perché qualcuno so già che se lo starà chiedendo: non aspettatevi il solito film “alla Tarantino”.
Nel senso che il film non segue nemmeno una trama vera e propria ma, come ha ribadito il regista stesso, è un omaggio e una dichiarazione d’amore per il cinema di quegli anni (ricordiamo la passione di Tarantino per i western e i polizieschi, generi molto in voga in quel periodo).
Impressionante infatti è la cura maniacale dei dettagli per ricreare l’atmosfera del tempo, dalle scenografie ai costumi passando per una tracklist musicale assolutamente perfetta.
E poi? Continuate la lettura nelle recensione a cura di Luca Francesconi su Project Movie.