
“Non so che dire siamo tutti sotto choc: non riusciamo a spiegarci perchè sia accaduto….”. Il sindaco di Porcari, Alberto Baccini, tratteggia uno scenario economico e sociale che non evidenzia particolari tensioni che avrebbero potuto far decidere Massimo Donatini, operaio di una cartiera di Porcari, di far fuoco e uccidere il caporeparto del settore caldaie delle aziende Lucart di Porcari e di Diecimo, Francesco Sodini, pare perchè temesse di essere licenziato.
“A Porcari ci sono grandi aziende ma il clima è di tipo familiare e il settore cartario è quello che ha tenuto meglio di molti altri di fronte alla crisi. Porcari – spiega il sindaco – è grande come un fazzoletto ma produce il 20% della ricchezza della provincia di Lucca: complessivamente ci sono 6mila posti di lavoro, un numero che è addirittura cresciuto rispetto al 2008”, anno d’inizio della crisi economica. “Dove il lavoro non manca – aggiunge il sindaco – ci sono ovviamente meno tensioni sociali, a cominciare, ad esempio, da quella dell’integrazione con una quota del 10% di stranieri”.
Incredulità e sconcerto, invece, sono i sentimenti diffusi tra i dipendenti della cartiera lucchese che conoscevano bene sia il caporeparto ucciso che l’operaio che gli ha sparato. “Da noi non c’è ombra di crisi”, dicono alcuni senza voler essere citati. Massimo Donatini che aveva paura di essere licenziato e per questo ha sparato al suo capo è descritto come “un bravo caldaista che non ha mai dato problemi e non è mai stato raggiunto da richiami o sanzioni”. “Era un lavoratore disponibile e non rischiava proprio nulla”, dicono i colleghi.
Allo stabilimento di Porcari, in tarda mattinata, sono arrivati anche i carabinieri del Norm, per cercare riscontri al racconto dell’omicida reo confesso, e scavare nei rancori fra lui e la vittima, freddata con 13 colpi di pistola mentre andava a lavorare.
Da escludere i motivi di lavoro fra le cause dell’omicidio anche per la Cgil: “Quanto accaduto, per quel che ci risulta, è inspiegabile e non riconducibile a motivi di lavoro”. Lo afferma in una nota la segreteria provinciale della Slc Cgil di Lucca che si dice “colpita profondamente per il dramma che ha coinvolto due lavoratori della Lucart”. “In attesa che le autorità possano chiarire le motivazioni, esprimiamo – prosegue la nota della Cgil – il nostro dolore e cordoglio alla famiglia di Francesco Sodini e in particolare alla moglie e ai figli. Pur evidente la responsabilità del fatto, non possiamo non sentirci vicini ad entrambe le famiglie coinvolte dall’immane tragedia e rivolgere loro un abbraccio fraterno”.
“E’ un fatto inspiegabile”: così conferma il segretario Cisl di Lucca per il settore cartario, Federico Fontanini. “Siamo ancora increduli, non ci risultavano screzi o rancori”, afferma sottolineando che non potevano esserci preoccupazioni per un licenziamento: “Non è una piccola azienda, ci sono relazioni sindacali e non ci sono timori di essere licenziati”. Il sindacalista parla dell’operaio che ha ucciso il suo capo reparto come di una persona che “non aveva mai mostrato un carattere violento, un padre di famiglia. I compagni di
lavoro non sono a conoscenza di eventuali screzi e non sanno darsi una spiegazione, parlano di due persone normali”.