Binari killer, Polfer mette in guardia dopo il caso Porcari

23 luglio 2015 | 13:34
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Binari killer, Polfer mette in guardia dopo il caso Porcari

“La morte di un ragazzo di 15 anni per quello che voleva essere un gioco, come arrampicarsi su un treno merci fermo in sosta alla stazione di Porcari, non deve essere letto come una fatalità a cui rassegnarsi ma come un evento che non deve succedere mai più”. E’ la reazione degli agenti della Polfer all’indomani della drammatica morte di Younes El Bouti, lo studente rimasto folgorato dopo essere salito sul convoglio alla stazione di Porcari martedì sera (Leggi l’articolo). Dall’inizio dell’anno ci sono stati altri 4 morti e 2 feriti in Toscana per comportamenti come quelli di camminare lungo i binari, di attraversarli oppure sfidare il passaggio a livello chiuso, riferisce la Polfer: un numero inferiore allo stesso periodo dell’anno scorso (erano stati 6 i morti), ma è un dato che comunque non può consolare.

Gli altri casi di quest’anno non hanno, peraltro, riguardato giovanissimi ma persone già adulte.
La flessione si registra anche a livello nazionale con una diminuzione del 34% dei morti e del 40% dei feriti. Delle 23 vittime a livello nazionale ben 22 sono uomini.
Un episodio simile a quello avvenuto a Porcari era capitato lo scorso 15 giugno a Lodi ma fortunatamente il ragazzo era rimasto soltanto ferito dalla folgorazione.
Proprio per evitare queste tragedie, nel primo semestre di quest’anno la Polfer ha incontrato in Toscana ben 600 studenti delle scuole superiori, anche di Lucca, per parlare dei comportamenti a rischio in prossimità dei binari.
Una campagna della Polfer, quella del Train…to be cool, che riguarda tutto il territorio nazionale e che vuole coinvolgere gli studenti con filmati e storie vere per far capire loro quanto possa essere pericoloso isolarsi con le cuffiette in prossimità dell’arrivo del treno, superare la linea gialla di sicurezza o, proprio come nel caso di Porcari, avvicinarsi a luoghi dove ci sono i cavi dell’alta tensione.
La reazione dei ragazzi è spesso di meraviglia – spiega la Polfer – perché molte volte non si rendono conto del rischio che corrono e considerano certi atteggiamenti come giochi in allegria.
La Polfer è già pronta per ritornare tra i banchi all’apertura dell’anno scolastico a settembre, nella convinzione che anche un morto in meno sia la più grande vittoria del lavoro di tutti i giorni.