Ricatto a luci rosse al giudice, indagano procura e Csm

Un ricatto a luci rosse che travolge un magistrato lucchese è al centro di un’inchiesta aperta dalla procura di Genova, l’ufficio requirente competente in materia. Il caso è di quelli “bollenti” ed è stato rilanciato nell’edizione nazionale de La Repubblica di oggi (31 dicembre), anche se nei corridoi del tribunale di Lucca la notizia circola almeno da quest’estate. Anche il Consiglio superiore della magistratura sarebbe stato interessato del caso che, se confermato, potrebbe compromettere la carriera del giudice donna coinvolto a sua insaputa. Tutti sono increduli di fronte ad una vicenda che sconvolge l’intera procura di Lucca.
Starà ora al procuratore aggiunto Vincenzo Calia, che fa parte del pool reati contro la pubblica amministrazione, a fare luce sull’accaduto, dopo che il giudice ha presentato denuncia per diffamazione via web per il momento contro ignoti. Alcune immagini riservate, scattate in momenti di intimità, sarebbero infatti state divulgate e poi sarebbero finite su due siti porno, in particolare come riferito nell’articolo, Swapsmut e Porn Revenge.
Il magistrato, tuttavia, nella denuncia presentata e nelle dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria, avrebbe sostenuto che quella donna, ripresa senza veli nelle immagini divenute purtroppo virali, non ritrarrebbero lei. La vicenda, non di meno, è finita sul tavolo del procuratore aggiunto di Genova. Il caso sarebbe già finito al vaglio al Consiglio giudiziario di Firenze e poi anche al Csm a Roma. Le indagini sono state delegate alla polizia postale di Genova anche se il magistrato, ascoltato nelle sedi opportune, ha sostenuto che quelle immagini fossero frutto di un volgare fotomontaggio e di essere stata sotto ricatto per il ruolo che svolge. Cosa ci sia dietro a tutto questo, spetterà alla procura accertarlo e punire gli eventuali responsabili della diffamazione. Al Csm invece toccherà decidere sulla questione e se rimuovere o trasferire il giudice finito, suo malgrado, nella bufera.