
Costa cara la contestazione al premier Matteo Renzi inscenata lo scorso 10 giugno all’esterno della chiesa di San Francesco da alcuni gruppi di estrema sinistra in occasione della visita durante il Festival del Volontariato.
Il pm della procura di Lucca, Lucia Rugani, dopo le indagini condotte dalla Digos della questura, guidata da Leonardo Leone, ha emesso dieci avvisi di conclusione indagine, notificati agli interessati, con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e si appresta a chiedere per loro il rinvio a giudizio. Un altro giovane, minorenne, è stato denunciato al tribunale dei minori di Firenze.
I fatti si riferiscono alla contestazione dello scorso 10 di giugno per l’arrivo di Renzi in San Francesco quando un corteo di circa 120 persone contro il “governo dello sfruttamento”, guidati da Torpedo, Cobas e collettivi studenteschi, partito da Piazza S.Michele, dopo essere passato per via S.Croce e via S.Nicolao, in piazza della Madonna dello Stellario cercò di oltrepassare la schiera di poliziotti, provocando uno scontro e minuti di grande tensione. La polizia, in tenuta antisommossa, al tentativo di sfondamento dei manifestanti, reagì fermamente, facendoli arretrare. Lo schieramento delle forze dell’ordine non bastò comunque a placare gli animi e la contestazione si trasformò in in un corpo a corpo con i poliziotti, che alzarono gli scudi e usarono i manganelli di fronte al tentativo dei manifestanti di superare il blocco ed accedere alla piazza, riparandosi dietro ad una rete artigianale. Lo scontro, si era poi risolto nel lancio di qualche fumogeno mentre la polizia aveva sequestrato la verdura e i cubetti di ghiaccio nei negozi della zona prima che potessero essere afferrati lanciati dai contestatori. Momenti di grande tensione si erano consumati anche all’esterno della chiesa mentre il premier teneva il suo discorso. Ma in quel caso lo sparuto gruppo di manifestanti venne disperso dagli agenti e carabinieri che avevano blindato la zona.
Dopo la conclusione della manifestazione sono immediatamente partite le indagini della Digos di Lucca, guidata da Leonardo Leone che, come in casi simili, ha confermato la tolleranza zero nei confronti di questo tipo di manifestazioni in qualche modo violente, pericolose per l’incolumità degli agenti ma anche dei passanti, vista la pioggia di oggetti e il lancio di fumogeni durante il corteo. Mesi di indagini, l’analisi delle foto e dei video in possesso della polizia, hanno permesso così di individuare i presunti responsabili della protesta. E di dare loro un nome e un cognome. Il fascicolo, in mano al pubblico ministero Lucia Rugani, si è così arricchito di prove a carico di undici giovani, uno dei quali minorenne e l’iter è giunto a conclusione con l’avviso di conclusione indagini e l’ormai prossima richiesta di rinvio a giudizio. Diverso sarà il procedimento, invece, per il minorenne, che dovrà essere eventualmente giudicato dal tribunale per i minori di Firenze. Tutte le accuse sono state rubricate come resistenza aggravata a pubblico ufficiale, fattispecie sotto la quale sono state ricomprese le presunte violenze dei manifestanti e lo stesso lancio di fumogeni.
Dura, in una nota, la reazione di Lucca Antifascista, dopo che è arrivato agli indagati l’avviso della conclusione delle indagini: “Sembra chiaro – dicono – che il presidente del consiglio, sempre più privo di legittimità, non riesca ad andare in una sola città senza lasciarsi alle spalle violenze e denunce verso chi lo contesta. Il gioco della repressione vuole militarizzare sempre di più le nostre città e reprimere chi decide di manifestare. Questo non deve fermare la nostra voglia di alzare la testa contro chi ci sfrutta e precarizza le nostre vite. Orgogliosi di aver rovinato la passerella a Renzi, ci difenderemo tutti assieme come abbiamo sempre fatto, convinti che non esiste altro modo di cambiare il presente che non parta dalle piazze e cominci dal rifiuto di massa di chi pretenderebbe di rappresentarci”. Torpedo, che ricorda come durante la carica della polizia risultò ferito uno dei manifestanti, annuncia che nelle prossime settimane ci saranno iniziative di solidarietà “per difendere – si legge nella nota – i compagni accusati”.