Cattivi odori dal S. Luca, scatta la denuncia

Grande tensione questa mattina (10 ottobre) in occasione dell’incontro informale tra i membri del comitato Lucca est, capitanati da Giuseppe Di Vito, ed alcuni ingegneri dell’Asl – Francesca Marsala ed Alfredo Parenti – responsabili della gestione tecnica dell’ospedale San Luca, svoltosi alla presenza anche del dottor Moreno Marcucci. I cittadini si dicono “esasperati dalle problematiche che la struttura causa”: l’ultimo caso – lo svenimento nella sua abitazione in via del Chiassetto di una signora, Lisandra Ricci, dopo aver esalato – sostiene lei stessa – i cattivi odori provenienti dalla fossa in cui sfociano i residui organici del degrassatore del San Luca –, ha messo sul piede di guerra i cittadini che vivono nei pressi del monoblocco.

“Farò denuncia ai carabinieri oggi stesso”, afferma Lisandra Ricci che racconta di essere stata portata d’urgenza in pronto soccorso dal marito, che l’ha trovata a terra priva di sensi, il 28 settembre scorso, intorno alle 8 del mattino, “Tutto è avvenuto proprio mentre i mezzi stavano stasando le fogne dell’isola ecologica del San Luca. Non possiamo – spiega Ricci – tollerare oltre questa situazione. Quanto ancora ci viene chiesto di sopportare? Invasioni di zanzare, tubature ostruite che ci allagano i giardini, elisoccorso, rumore assordante dei condizionatori ed adesso questo: basta così”.
Va all’attacco anche Giuseppe Di Vito del comitato Lucca Est: “Adesso finitela di prenderci in giro – tuona – perché sono 8 mesi che i gestori di questo ospedale continuano a dirci che faranno qualcosa, senza poi risolvere alcun problema. C’è voluto che una persona finisse al pronto soccorso per smuovere questa situazione, che ora deve essere risolta strutturalmente. Nel 2016 le tecnologie esistono, ma è evidente che non si vuole spendere. Stessa cosa dicasi per le vasche: spiegatemi perché un privato cittadino, il signor Francesco D’Urso, presente questa mattina, è stato obbligato a farne una copertura per poter costruire la propria abitazione e l’ospedale fa come vuole. L’unica soluzione è la copertura, che consentirebbe anche di guadagnare nuova superficie per i posteggi auto”.
“Siete riusciti a gestire i rifiuti tossici – commenta ancora il comitato diretto ai tecnici della Asl – e dovete riuscire a risolvere anche la questione dei grassi che provengono dalle cucine. Se questo è un’ospedale all’avanguardia, come viene detto, non si può aspettare oltre. Noi però crediamo che questa struttura, costruita su un terreno paludoso e piena di contraddizioni, tra una decina d’anni sarà già inservibile. Qui servirebbe una risposta strutturale: c’è bisogno di vere e proprie tubazioni per questi scarichi. Gli svuotamenti sono soltanto dei palliativi”.
Un altro problema, che si protrae da circa 4 anni, è quello dell’otturazione di una tubazione tramite un muretto costruito dall’ospedale, che provoca – sostengono sempre gli abitanti – l’allagamento dei terreni della cartiera Pasquini e, a scorrimento, quello delle civili abitazioni attigue. “Basterebbe un lavoro da 3mila euro – commenta il signor D’Urso – ma l’azienda non intende sborsarli. Hanno preferito iniziare una lunga battaglia legale pur di no fare una semplice opera. A questo punto i soldi sono disposto a metterceli io: se mi danno l’autorizzazione, faccio fare il lavoro che spetterebbe alla azienda”. A strettissimo giro di posta, a questo punto, saranno fissati incontri sui luoghi da cui scaturiscono i disagi.

Paolo Lazzari

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