





Un conto corrente garantito dal Comune di Lucca ed una cena in piazza Napoleone entro una settimana per salvare la Lucchese. Già da domani (1 marzo), invece, convocazione immediata dell’ex patron e dell’attuale proprietà in Comune, per ricevere spiegazioni, con la possibilità in caso di mancato riscontro di presentare denuncia alla Procura della Repubblica per danno di immagine alla società ed alla città. Sono le ultime idee che affiorano oggi (28 febbraio) al culmine della Commissione speciale dedicata, al Porta Elisa, alla sorte del club. Da qui al 18 marzo – data in cui dovranno essere pagate le due mensilità di gennaio e febbraio, insieme ai contributi – servono 250 mila euro.
E non basta: andranno trovati anche 3600 euro per pagare chi farà le buste paga, 8mila euro per la trasferta di Olbia ed ulteriori fondi per finanziare quelle di Pisa e Siena. L’intero organico si riunisce davanti alla Commissione, a fianco del campo da gioco: presente anche il presidente del Consiglio comunale, Francesco Battistini, mentre manca all’appello l’assessore allo sport Stefano Ragghianti, impegnato a sostituire il sindaco in un evento pubblico al Real Collegio. Le ore che si accavallano convulse, intanto, sono sempre meno.
“Servono soluzioni immediate – prende la parole il direttore Antonio Obbedio – o il 18 marzo sarà blackout. Da quella data in poi i giocatori potrebbero decidere di andarsene liberamente. A Pisa – estremizza – possiamo andare anche in bicicletta, ma qui ormai manca tutto e non ce la facciamo più”. Nell’ordine: non c’è un magazziniere (i giocatori hanno fatto dei turni per sopperire), il campo da gioco non viene più curato dai tecnici preposti e talvolta manca pure l’acqua per potersi fare una doccia.
Una situazione surreale eppure maledettamente annunciata, fin da quando la nuova invisibile proprietà mise piede al Porta Elisa, per essere cacciata subito da frotte di tifosi furenti. Un dramma sportivo, ma anche umano, se si considera che è capitato in fronte ad un gruppo composto da poco più che ventenni volenterosi, quasi commoventi per professionalità e impegno. “Vogliamo soltanto – spiega Lombardo – che ci venga garantito il minimo indispensabile per portare a termine la stagione e salvare la Lucchese”.
Gli stipendi di novembre e dicembre, come noto, sono stati pagati senza il versamento dei contributi, ma non si è trattato di un gesto di ravvedimento da parte di un qualche componente della società. No: semplicemente, i soldi necessari sono stati attinti dal fondo messo a disposizione dalla Lega Calcio, andando ad intercettare l’anticipo sulle valorizzazioni dei giocatori (un 70% circa del loro emolumento versato dai club di A e B che ne detengono il cartellino) ed i contributi (dai 15 ai 20mila euro a partita, ndr) che la Lucchese riceve per il minutaggio concesso ai più giovani.
Una catastrofe che assume proporzioni ancor più evidenti se a questo scenario si somma la multa da 350mila euro, con tanto di ulteriore penalizzazione di 8 punti, arrivata per la mancata sostituzione della fideiussione in tempi utili, così come era stato richiesto dalla Lega.
“Ma chi sono e soprattutto dove sono gli interlocutori?” Lo chiede il consigliere Fabio Barsanti, al quale Obbedio e Favarin spiegano il giro che bisogna fare: “Chiamiamo prima Moreno Micheloni (socio all’1%, ndr) che a sua volta contatta Arnaldo Moriconi. Quest’ultimo dice che non c’entra più nulla e quindi, dopo ore di attesa, riceviamo forse una mail da Ottaviani, con la quale Micheloni viene autorizzato a prelevare gli incassi delle partite per sopperire alle spese”. Per Favarin “i tempi sono ormai ridottissimi e le esigenze chiare. Le abbiamo espresse anche una settimana fa all’amministrazione comunale”.
Secondo il consigliere Lucio Pagliaro “è necessario che l’attuale proprietà ci metta la faccia. Dobbiamo farli venire a Lucca e ci devono spiegare perché non pagano e cosa nascondono. Altrimenti percorriamo la strada di una denuncia alla Procura della Repubblica”. Un’ipotesi avallata anche dai consiglieri Dinelli e Guidotti, così come da tutti gli altri.
Poi ecco le proposte, scaturite principalmente dal consigliere Nicola Buchignani e dal presidente del Consiglio comunale, Francesco Battistini. La prima: aprire subito un conto corrente dedicato e garantito dal Comune, incontrando almeno una ventina di imprenditori locali per richiedere una donazione o una sponsorizzazione. “Non è necessario – specifica Obbedio – che sia a fondo perduto. A Palermo, ad esempio, chi ha pagato gli stipendi salvando il club si è preso i diritti per la pubblicità dentro allo stadio per i prossimi 4 anni”. La seconda proposta: una grande cena in piazza Napoleone, entro una settimana, con costo minimo oscillante tra i 30 ed i 50 euro. Insomma, una sorta di formula d’azionariato popolare per salvare la maglia.
Nel frattempo potrebbe scattare anche la convocazione del dimissionario sindaco revisore Matteo Romani, utile a fornire una rappresentazione inequivocabile dei conti di un club giunto alla paralisi societaria.
Moreno Micheloni – l’unico della società a metterci ancora la faccia – fa sapere di avere inviato una Pec al socio di maggioranza ed a Romani, in cui si chiede conto dei mancati pagamenti: nessuna risposta, fino ad oggi.
La Lucchese resta quindi appesa ad un filo, ma con la consapevolezza di non essere sola: squadra e città devono provare a ribaltare anche questa partita, insieme, per opporsi ad un finale che davvero tutti sapevano essere già scritto.
Paolo Lazzari