Anziana morta durante la rapina, una condanna a 12 anni

26 marzo 2019 | 09:46
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Anziana morta durante la rapina, una condanna a 12 anni

Era accusato di aver partecipato da una rapina in casa di un’anziana che era stata imbavagliata dalla banda e che poi era morta per soffocamento ed è condannato definitivamente a 12 anni di reclusione per rapina e concorso in omicidio. Marcel Raducan, 37 anni di origini rumene, era stato arrestato nel maggio del 2014, insieme agli tre componenti della banda che l’anno prima aveva letteralmente assaltato l’abitazione di Forte dei Marmi di Maria Laura Mariani, 77 anni, ritrovata morta dopo la tragica rapina del 4 aprile del 2014.

I quattro componenti della banda erano stati arrestati in Romania dalla polizia della squadra mobile della questura su ordinanza del gip del Tribunale che aveva accolto le richieste del pm Aldo Ingangi. Raducan era finito in manette perché ritenuto “il palo” della banda e aveva poi collaborato con le autorità giudiziarie lucchesi per comporre il puzzle investigativo e processuale della tragedia e in primo grado era stato condannato a 17 anni di reclusione poi scesi a 12 in Appello. Ora la suprema corte di Cassazione ha scritto la parola fine sulla vicenda processuale confermando la condanna emessa dalla corte d’Assise d’Appello di Firenze. L’autore materiale dell’imbavagliamento dell’anziana donna durante la rapina è stato condannato a 20 anni di reclusione in primo grado ma insieme agli altri imputati, la basista della banda e un altro rapinatore, sta seguendo un diverso iter processuale. A fare la macabra scoperta del cadavere di Maria Luana Mariani, quella tragica mattina di aprile di 5 anni fa, era stata, suor Luigina del convento delle Canossiane, che ogni venerdì pomeriggio si recava in visita alla donna, di cui era amica da tempo. Era stata proprio la religiosa a dare subito l’allarme rendendosi immediatamente conto che qualcosa di terribile era accaduto dentro quella casa. Sul corpo della donna non erano state trovate ferite ma era stata trovata legata e con un fazzoletto in bocca che poi l’aveva uccisa per soffocamento. Ora la sentenza definitiva per “il palo” della banda a cui già in secondo grado erano state riconosciute le attenuanti generiche, ritenute prevalenti rispetto alle aggravanti, proprio per non aver materialmente messo in atto le manovre di imbavagliamento e per la collaborazione offerta a investigatori e inquirenti.

Vincenzo Brunelli