Maxifrode tra Campania e Lucca, sequestri per milioni

18 giugno 2019 | 06:37
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Maxifrode tra Campania e Lucca, sequestri per milioni

Maxi frode internazionale e alla fine delle indagini scattano sequestri per 83 milioni. Alla base, secondo le accuse, un giro di fatture false da 500 milioni, con base organizzativa in Campania ma scoperta dai giudici lucchesi. La Guardia di finanza di Napoli e Lucca, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, sta eseguendo da questa mattina (18 giugno) un sequestro da oltre 83,5 milioni di euro nell’ambito di una indagine su una maxifrode nella commercializzazione di prodotti tecnologici ed informatici.

L’evasione fiscale sarabbe stata messa a segno da un’organizzazione strutturata che aveva la sua base in Campania, individuata nell’ambito di indagini coordinate dalla procura di Lucca. Scoperto, nel complesso, un giro di fatture false per circa 500 milioni di euro per il quale sono indagate 49 persone. Sono, inoltre, in corso operazioni di perquisizione e sequestro sull’intero territorio nazionale riguardanti numerose persone e n.6 società. Nell’ambito di tali attività si sta dando, inoltre, esecuzione anche a due “European investigation order” (ordine di indagine europeo che consente la raccolta transnazionale delle prove nel contesto dell’Unione), emessi dall’autorità giudiziaria Slovena. La complessa attività investigativa – inizialmente condotta dalla Procura della Repubblica di Lucca e successivamente trasferita, per competenza territoriale, alla Procura della Repubblica di Napoli Nord – ha consentito di individuare un’organizzazione strutturata, con base nel territorio campano, finalizzata all’evasione fiscale attraverso il meccanismo della “frode carosello”. Secondo la ricostruzione accusatoria avvalorata dal gip, il meccanismo fraudolento prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, per un importo di circa 500 milioni di euro, attraverso una filiera di società fittizie costituite appositamente, legalmente amministrate da persone risultate dei meri “prestanome”. Al fine di individuare le condotte illecite poste in essere dagli indagati, sono state attivate articolate investigazioni mediante intercettazioni telefoniche e rogatorie internazionali con Malta, Slovenia, Croazia ed Estonia, laddove avevano sede le società fornitrici, adoperate per l’attuazione della frode fiscale. Ali’ esito dell’attività internazionale espletata tramite il coordinamento di Eurojust, è stata creata un’apposita Squadra Investigativa Comune tra la Guardia di Finanza e la polizia slovena, la cui stretta collaborazione ha consentito di portare alla luce la colossale “frode carosello” internazionale, per la quale sono state deferite all’Autorità Giudiziaria Italiana 49 persone, indagate per reati tributari, con l’aggravante della transnazionalità, quali l’emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, l’omessa dichiarazione, la distruzione e l’occultamento di documenti contabili e per bancarotta fraudolenta.

v. b.