Pusher beffa Stato e si fa difendere gratis, condannato

15 luglio 2019 | 09:27
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Pusher beffa Stato e si fa difendere gratis, condannato

Oltre al danno la beffa. Corriere della droga di origini romane arrestato a Viareggio alcuni anni fa dalla guardia di finanza e dalla polizia stradale con 42 chili di hashish a bordo della sua auto, e condannato definitivamente per detenzione e spaccio di droga, era riuscito a farsi difendere gratis e a spese dello Stato ma non ne aveva diritto. Ora il 49enne è stato condannato anche a 8 mesi di reclusione e 400 euro di multa per falso.

La sua vicenda inizia alcuni anni fa quando le forze dell’ordine, durante una serie di attività congiunte interforze, impegnate in un’altra attività investigativa stavano percorrendo in direzione sud l’autostrada Genova-Livorno, e avevano notato un’automobile in transito sulla corsia di sorpasso ad alta velocità, oltre 180 chilometri all’ora, e avevano contattato i colleghi viareggini richiedendo l’intervento anche della stradale, per elevare le opportune contravvenzioni al codice della strada.
Una volante della sottosezione viareggina, ricevuta la chiamata, si era portata nei pressi del casello di Viareggio, fermandosi in attesa che l’auto segnalata, della quale i finanzieri avevano preso anche la targa, arrivasse sul posto. Pochi minuti dopo, intorno alle sei del mattino di alcuni anni fa, un’Alfa Romeo Mito, presa a noleggio, con a bordo due uomini, era arrivata, fermandosi all’alt dei poliziotti. Dal controllo della patente della persona alla guida era emerso subito che la stessa era ed entrambi gli occupanti erano stati accompagnati in caserma e sottoposti a perquisizione personale, che però aveva dato esiti negativi.
Ma da quella che sembrava una vicenda legata al superamento dei limiti di velocità si è scoperto ben altro. Dalla macchina sono invece saltati fuori ben 42 chili di hashish che i due avevano nascosto all’interno dei pannelli interni di rivestimento del portabagagli dell’autovettura. Da questa vicenda l’arresto e le condanne confermate anche dalla Cassazione.
Uno dei due, però, condannato anche per altri reati simili anni dopo dal tribunale di Roma, è riuscito a farsi beffa dello Stato accedendo al gratuito patrocinio senza averne diritto. Smascherato e scoperto anche per questo reato ora è stato condannato definitivamente pure per il reato di falso.

Vincenzo Brunelli