Elezioni Capannori, respinto dal Tar ricorso M5S

19 settembre 2019 | 08:17
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Elezioni Capannori, respinto dal Tar ricorso M5S

Il Tar respinge il ricorso di Giuseppe Barone del M5s per l’attribuzione del secondo seggio in consiglio comunale a Capannori, dopo le elezioni di maggio scorso. Resta in assise comunale solo Simone Lunardi quale rappresentate del M5s ed ex candidato sindaco.

Il contenzioso era nato subito dopo la competizione elettorale quando era stato impugnato il relativo verbale delle operazioni dell’ufficio centrale elettorale nella parte in cui prevedeva l’assegnazione del premio di maggioranza alle liste collegate con il candidato sindaco risultato eletto, Luca Menesini, attribuendo, così, alle stesse 15 seggi, anziché 14, con la conseguente mancata attribuzione di 1 seggio alla lista Movimento 5 stelle, seggio che sarebbe spettato al ricorrente. Ma i giudici amministrativi hanno respinto il ricorso e il consiglio comunale di Capannori non subirà variazioni. Scrivono i giudici infatti in sentenza: “È vero che il riferimento ad ‘almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio’ è letteralmente riferito al presupposto in presenza del quale scatta il premio di maggioranza e non alla consistenza dello stesso, che invece è esplicitato dalla norma con la locuzione ‘viene assegnato il 60 per cento dei seggi’. Tuttavia deve essere offerta della norma una lettura complessiva, nella quale la considerazione del mancato raggiungimento di detta quota minimale quale presupposto per l’attribuzione del premio (mancato conseguimento di ‘almeno il 60 per cento’) evidenzia la volontà legislativa di ritenere tale percentuale alla stregua di soglia minima e intangibile spettante alle liste collegate al sindaco eletto, al fine di assicurare stabilità e governabilità all’ente locale. Questa quota percentuale funge, quindi, da parametro che cristallizza, ad un tempo, il presupposto negativo per l’attribuzione del premio e la consistenza minima del premio medesimo. Ciò al fine di garantire la finalità, perseguita dalla normativa in parola, di assicurare la governabilità dei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti grazie alla costituzione, in favore del sindaco eletto, di una maggioranza stabile identificata per legge nella più volte rammentata misura minima del 60%. Al contrario, assegnando alle liste vincitrici, come sostenuto dal ricorrente, 14 seggi, non si sarebbe garantita la percentuale minima di legge del 60%”. Tutta resterà dunque invariato.

Vincenzo Brunelli